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Mercoledì è il primo maggio, la festa dei lavoratori, specie ormai in via di estinzione nella nostra Italia (o dovrei dire Europa, dati i tempi e le notizie che si leggono). Data la situazione e la profonda tristezza che mi ha messo tutto quello successo ieri (la sparatoria davanti al Quirinale, gli agenti feriti, la disperazione, il non senso) oggi mi limiterò a segnalarvi alcuni libri che parlano di lavoro, ma senza fronzoli e battute. Un po’ per pudore rispetto all’accaduto, un po’ perché il primo maggio sarà la festa anche di chi per lavoro rischia la vita.

Ecco dunque i miei libri per questo primo maggio. Marcovaldo di italo Calvino perché mostra lo spaesamento del migrante che un tempo era dalla campagna alla città e oggi potrebbe invece essere tradotto nello spaesamento da un continente all’altro. Pensateci. Il mondo deve sapere di Michela Murgia, la storia è abbastanza divertente e ironica ma mostra con realismo esasperato come il lavoro possa perdere il suo senso nobilitante se diventa solo sfruttamento. Il sommerso e il precario di Paolo Odello, una ricerca attente sul mondo del lavoro contemporaneo. Ternitti di Marco Desiati. Il lavoro o la salute. Tragica contemporaneità del romanzo sul ternitt, l’eternit. Chiudo con una canzone. Non so se la ricordate è del grande De André che anni fa raccontò questa storia. Che fa paura a pensare quanto è attuale oggi.

Sperando che il prossimo primo maggio sia di nuovo una festa. Auguri a tutti, soprattutto a chi lo vorrebbe, il lavoro, ma ancora fa fatica a trovarlo, lo cerca o ne rivendica la necessaria e maggiore dignità.