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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – È bastato un tweet per scatenare l’amarezza di una città segnata dallo sconforto per la morte di una giovane donna che ha affidato un gesto estremo e fatale il suo destino.  La colpa è dei 140 caratteri pubblicati dal primo cittadino sambenedettese Giovanni Gaspari a commento del suicidio all’ospedale Madonna del Soccorso. “Non è la prima volta; gli edifici pubblici non possono essere luoghi dove scegliere di andare a morire in modo violento”, è la frase apparsa ieri sul profilo personale del primo cittadino. Profilo personale, pertanto, libero di accogliere qualsiasi pensiero maturato dalla mente di titolare. Di fronte a situazioni estreme, del resto, è difficile trovare le parole giuste e, tantomeno, scegliere di rimanere in silenzio.

“Capisco che la rete non faccia sconti a nessuno soprattutto se trattasi di persone con funzioni pubbliche; – replica il sindaco – provo sommessamente a chiedere una lettura dei post considerati i caratteri a disposizione. Oggi pomeriggio sono stato raggiunto dalla triste notizia di una giovane che era morta a causa di un triste gesto, è prevalso in me un sentimento di dolore e rabbia; dolore per una giovane vita che si interrompe tragicamente, rabbia perché non è la prima volta che accade e quindi bisogna intervenire per far sì che gli edifici pubblici siano più sicuri in senso lato”.

“Ora al dolore di una famiglia eviterei di aggiungere inutili polemiche”, scrive a chiosa il sindaco Giovanni Gaspari. È vero, la città ha letto e ha tratto le sue considerazioni. In molti hanno trovato inappropriate le parole del primo cittadino e aspettano delle scuse, come per esempio Daniele Primavera che sin da subito ha fatto notare lo scivolone del sindaco Giovanni Gaspari.

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