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ANCONA – Cene, manifesti, viaggi. E ancora, libri, alimenti, rimborsi vari. La Procura di Ancona ha chiuso l’indagine sulle cosiddette “spese pazze” in Regione Marche, che vede indagate 66 persone per reati di peculato e truffa. In una nota di ieri, il procuratore della Repubblica Elisabetta Melotti spiegava così le notifiche dell’avviso di chiusura delle indagini: “le contestazioni ineriscono le annualità dal 2008 al 2012 (ottava e nona legislatura regionale). Le indagini sono state svolte dal nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Ancona, delegato sia da questa autorità giudiziaria, che, per i profili contabili, dalla Procura della Corte dei Conti”.

NEL MIRINO IL CONSIGLIO REGIONALE – Sono molti i consiglieri della Regione Marche ad essere stati oggetto delle indagini della guardia di Finanza, che ha controllato scrupolosamente tutte le loro spese nell’arco dei quattro anni: 61 consiglieri e 5 addetti ai gruppi consiliari; di questi 61 politici, 23 hanno ricoperto la carica di rappresentante dei gruppi consiliari. Tra i nomi spiccano dirigenti importanti del centrodestra e centrosinistra, tutti indagati per gli stessi reati. Sono chiamati a rispondere di appropriamento indebito di denaro, utilizzato per spese personali. Dalle prime informazioni emergono acquisti in beni personali (libri, elettrodomestici, accessori), spese in ristorazione – soprattutto cene – , rimborsi di benzina, consulenze, soggiorni in hotel, spese postali, manifesti.

 

 

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