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ASCOLI PICENO – La Regione Marche ha diffuso i nuovi dati relativi alla raccolta differenziata effettuata nel 2014 nelle cinque Province marchigiane. Quella di Ascoli Piceno si conferma fanalino di coda con una media di raccolta differenziata del 55,83 per cento contro il 72,83 di Macerata. Qualche Comune del Piceno fa eccezione e si distingue per alte percentuali; per l’anno in corso la media potrebbe aumentare grazie al rafforzamento del porta a porta spinto e di quello tracciato, introdotto di recente in alcuni Comuni. Buoni livelli di differenziata permettono di usufruire di una rimodulazione del tributo mentre l’addizionale del 20%, prevista dal comma 6 bis dell’art. 2 bis della LR 15/97, si applica a quei Comuni per il mancato raggiungimento degli obiettivi minimi di raccolta differenziata

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LA SITUAZIONE NEL CAPOLUOGO – I dati parlano di una percentuale del 44,20 di differenziata effettuata nel Comune di Ascoli Piceno, “un dato veramente inadeguato per la città capoluogo, nettamente inferiore al 65% previsto dal decreto regionale del 9 aprile per l’applicazione di sconti fiscali che premiano i Comuni più virtuosi, consentendo di abbassare la tassa sui rifiuti” commenta Massimo Gaspari, segretario del PD comunale. “Un tributo che pesa come un macigno sulle tasche dei cittadini ascolani – continua -, soffocando le attività commerciali e penalizzando una città che soffre da anni per una crisi economica gravissima. L’Amministrazione Comunale deve assolutamente correre ai ripari per migliorare questa performance negativa. A tal riguardo propongo di guardare alle buone pratiche di molti Comuni d’Italia, dove vengono applicati sconti in esercizi commerciali per il riciclo intelligente della plastica o altre forme di incentivazione coinvolgendo quartieri e frazioni e in merito il Pd ascolano ha già preparato proposte concrete che comunicheremo ai cittadini nella campagna di ascolto sul territorio”.

LE PROPOSTE PER IL COMMERCIO – Gaspari ricorda, inoltre, che un’altra delle questioni da affrontare immediatamente è quella relativa al commercio del centro storico: “Sollecito di nuovo il sindaco Castelli – conclude – e la sua maggioranza a prevedere, come proposto più volte dal PD, l’istituzione di una zona franca urbana congelando le tasse comunali a carico dei commercianti e degli artigiani del centro storico dove insistono cantieri aperti che producono disagi e non aiutano certo il commercio. Ed invece c’è bisogno di rivitalizzare il commercio sostenendo chi opera in centro e favorendo le iniziative imprenditoriali dei giovani e di chi vuole investire. Per non parlare dell’onda blu dei parcheggi a pagamento che scavalca le mura storiche per invadere quartieri e vie sempre più numerose, scoraggiando ancora di più la fruizione della nostra città per la sosta a costi esorbitanti, senza in cambio neppure la disponibilità di servizi di trasporto pubblico rapidi e immediati che caratterizzano altre città storiche. C’è bisogno di un’attenta ricognizione delle risorse per capire come, e con quali modalità, riappropriarsi dei parcheggi e del suolo pubblico e avviare finalmente una pianificazione seria e a misura dei cittadini e delle esigenze della attività commerciali e artigianali di una città che non riesce a crescere e ad essere valorizzata come merita”.

 

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