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Pietro De Angelis è un uomo di penna. Scrive con grazia ed è un perfezionista, ragione per cui non è certo un presenzialista delle uscite editoriali. Per il suo nuovo romanzo l’attesa è stata lunga ma ne è valsa la pena. L’opera è davvero notevole e con gioia svolgeremo la prima presentazione alla libreria Rinascita, sabato 8 ottobre. Il Romanzo di Pietro De Angelis, che si intitola “Il mistero di Paradise Road”, è un testo particolare in cui il noir è sfondo per una intensa riflessione sul senso della vita, dell’amore e può potere distruttivo che a volte le passioni possono avere sul cuore dell’uomo. Sono convinta che, sebbene pubblicato da pochi giorni, il testo è già destinato a diventare un classico della letteratura. Partendo da queste riflessioni ho deciso di chiedere a Pietro De Angelis una sua lista di classici fondamentali che possano in qualche modo essere controcanto al suo libro. Come potrete immaginare il nostro scrittore mi ha proposto un percorso di lettura davvero splendido che con gioia vi segnalo qui sotto. Accanto ai titoli Pietro ha voluto darmi anche una breve motivazione alla lettura:

L’iguana di Anna Maria Ortese Perché è “uno dei pochissimi autori italiani ad arrischiarsi senza timore nei territori del fiabesco e del simbolico, per certi versi inesplorati da gran parte della nostra letteratura”.

Lo strano caso del dottor Jekill e del signor Hyde di R. L. Stevenson. Il classico dei classici del mistero: “un romanzo seminale, un perfetto congegno narrativo, con una struttura poliziesca dal ritmo già moderno, e uno dei libri a cui sono maggiormente tornato e ritornato durante la stesura de Il mistero di Paradise Road”.

I libri della giungla e altri racconti di animali di R. Kipling. Tutti abbiamo amato Mowgli! “Da sempre subisco il fascino delle opere che con pochi tratti riescono a creare un’intera mitologia, quei testi-mondo (di cui è così ricca la letteratura anglofona) che diventano generativi di infinite emanazioni e trasposizioni. Chi non conosce Mowgli, Bagheera, Baloo, Kaa e Shere Khan? In più, uno dei finali più struggenti che abbia mai letto”.

L’aloe di Katherine Mansfield. Il suo percorso si chiude con questo testo e con questa bellissima spiegazione “ è un piccolo gioiello che raccoglie l’essenza stessa della scrittura di questa autrice neozelandese, con la sua estrema capacità di cogliere le piccole grandi epifanie di cui è disseminato il nostro quotidiano”.

Ma cosa volete di più? Bene vi aspetto l’8 ottobre per festeggiare l’uscita di Paradise Road!

Non mancate, scrivetemi a info@bibliodiversita.it

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