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ASCOLI PICENO – Il presidente dell’associazione Il Carnevale di Ascoli, Alessandro Spadea, ha presentato il calendario degli eventi insieme ai sindaci e ai rappresentanti delle Pro Loco di Ascoli Piceno, Castignano e Offida. Quest’anno, purtroppo, a causa della drammatica crisi sismica che ha sferzato duramente il Centro Italia, il Comune di Acquasanta Terme con Pozza e Umito risulteranno i grandi assenti. Tuttavia, come ha ribadito il consigliere del Comune di Ascoli, l’avv. Alessandro Bono, i tre borghi del Piceno torneranno il prossimo anno a vivacizzare la manifestazione con rinnovata grinta. Questo stesso entusiasmo ha venato le parole di tutti i rappresentanti presenti, i quali non hanno voluto rinunciare a un momento di corale leggerezza per infondere coraggio e brio a tutti i cittadini segnati dagli eventi tellurici.

CARNEVALE TERRITORIALE – Come ha spiegato in più di un’occasione il presidente Spadea: “Il Carnevale rappresenta per il Piceno una delle manifestazioni più importanti e sentite dell’anno, grazie a una tradizione profondamente radicata che si tramanda di generazione in generazione nei diversi territori, dove le espressioni del Carnevale sono tra loro diversificate e uniche”. I portavoce dei Comuni e delle Pro Loco di Ascoli Piceno, Castignano e Offida – Alessandro Bono, Giancarlo Oresti, Fabio Polini, Giancarlo Colletta, Tonino Pierantozzi e Piero Antimiani – si sono alternati con evidente trasporto emotivo per illustrare il valore socio-culturale ed economico-promozionale del Carnevale. Questo ormai deve essere considerato un evento territoriale, costituito da diverse tradizioni che s’incastrano perfettamente come i tasselli di un mosaico, la cui preziosità è congiunta al valore identitario di ogni manifestazione che non si sovrappone alle altre, ma s’integra armoniosamente. “Un Carnevale territoriale, dunque, risaltante nel panorama nazionale per l’essere, prima ancora che una mascherata, una commedia di strada dove l’unica accademia propedeutica è lo spirito satirico del cittadino e il suo desiderio di dare corpo a esso e ai numerosi simbolismi della cultura locale”. I festeggiamenti che precedono la Quaresima rappresentano per di più un volano per il territorio Piceno che dal XVI secolo si distingue per accoglienza, allegria e folklore.

TRADIZIONE E TECNOLOGIA – Il Carnevale storico e le manifestazioni locali legate a questo periodo birichino che inizia il 17 gennaio con la festa di sant’Antonio Abate e si conclude col vivace martedì grasso, viene considerato un Bene Demoetnoantropologico. Si tratta di un patrimonio volatile e intangibile che trasmesso oralmente, attraverso azioni ripetute fra passione e ritualità, rischia di sbiadire se non conservato nella memoria postera. La sfilata dei moccoli di Castignano, la raviolata e i gruppi mascherati di Ascoli, Lu bov fint e lì velurd di Offida, per esempio, appartengono proprio a questa categoria. Come ha spiegato l’antropologo Alberto Cirese: “In Italia i beni demologici sono di tre tipi perché ai beni immobili e a quelli mobili si aggiungono i beni volatili: canti o fiabe, feste o spettacoli, cerimonie e riti che non sono né mobili né immobili in quanto, per essere fruiti più volte, devono essere ri-eseguiti o rifatti, ben diversamente da case, cassepanche o zappe. I beni volatili sono insieme identici e mutevoli e vanno perduti per sempre se non vengono fissati su memorie durevoli”. Alla luce di ciò, il Carnevale Storico del Piceno quest’anno ha inaugurato una fitta collaborazione con il mondo accademico e in particolar modo con la professoressa Graziella Roselli della Facoltà di Tecnologie e diagnostica per la conservazione e il restauro dell’Università degli Studi di Camerino.

 PROGRAMMA – Per conoscere il programma completo, visitare il sito dell’associazione Il Carnevale di Ascoli.

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