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Agriturismo, questo è il settore turistico più danneggiato dal terremoto con le presenze praticamente azzerate per un crollo di oltre il 90% degli arrivi nelle aziende agricole situate nelle aree del cratere tradizionalmente vocate per vacanze, picnic e gite fuori porta in campagna, grazie alla bellezza dei paesaggi e alla qualità dell’offerta gastronomica. E’ quanto emerge dalla prima analisi diffusa da Coldiretti sull’impatto del sisma sulle vacanze in campagna in occasione dell’iniziativa #nonsoloamatriciana con venti agrichef giunti nelle Marche da tutta Italia, all’agriturismo Fiorenire di Castignano (Ascoli Piceno), uno dei comuni del cratere, per imparare le ricette con i prodotti salvati dalle macerie e portarle nelle altre regioni, dando così uno sbocco di mercato alle tipicità oggi a rischio estinzione.

Più di 400 agriturismi nelle zone terremotate

Nei 131 comuni del cratere colpito dai terremoti del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat, operano 444 agriturismi dei quali 42 in Abruzzo, 40 nel Lazio, 247 nelle Marche e 115 in Umbria dove la momento le uniche presenze residuali si riferiscono a quanti sono impegnati nell’opera di ricostruzione. Ma gli effetti del terremoto sulle presenze – continua la Coldiretti – si sono sentiti anche su tutti i 3400 agriturismi complessivamente attivi nelle quatto regioni, dove i turisti sono piu’ che dimezzati

Diminuiscono le prenotazioni die turisti

“Il calo degli arrivi di turisti, con il conseguente danno economico, allunga – rileva Coldiretti – il conto dei problemi provocati dal terremoto alle strutture, con molti agriturismi che hanno avuto stanze per gli ospiti inagibili, cucine e sale ristoranti lesionate, laboratori di trasformazione crollati, piscine e arredi danneggiati, tettoie e gazebo pericolanti. A ciò vanno aggiunti i disagi legati al la conseguente difficoltà ad approvvigionarsi di prodotti come per le semine della lenticchia di Castelluccio ostacolata dalla difficile viabilità. Le vendite di tipicità ai turisti si sono ovviamente azzerate sia per il blocco dell’attività di trasformazione e sia per la stessa mancanza di clienti a cui si aggiunge l’assenza dei residenti, trasferiti negli hotel sulla costa. In difficoltà – sostiene la Coldiretti – è l’intera offerta turistica delle zone terremotate che fondava il suo successo sulle sinergie tra cultura, ambiente e qualità alimentare che rappresentano il valore aggiunto di quei territori. Stalle crollate, animali allevati morti o stressati dalle scosse senza fine che hanno fatto crollare del 30% la produzione di latte hanno messo in ginocchio un sistema con specialità conservate da secoli, dalla lenticchia di Castelluccio al pecorino dei Sibillini, dal Vitellone Bianco Igp alla patata rossa di Colfiorito, dallo zafferano al tartufo, dal ciauscolo al prosciutto di Norcia Igp, che – continua la Coldiretti – rappresentano un patrimonio culturale del Paese che rischia di sparire per sempre”.

La proposta per Pasqua presentata di Coldiretti

La proposta della Coldiretti presentata nel corso della mobilitazione degli agricoltori e degli allevatori a Roma prevede di incentivare il turismo nelle regioni colpite dal sisma con la detraibilità delle spese sostenute dai turisti per i soggiorni nelle strutture ricettive agrituristiche che potrebbero essere considerate oneri deducibili a lato della dichiarazione dei redditi. Per risollevare il turismo occorre anche – sottolinea Coldiretti – un impegno a livello di promozione per riportare le persone in queste aree. Un esempio è l’iniziativa “Fai Pasqua da noi!” promossa da Campagna Amica in vista delle prossime vacanze pasquali per favorire una prima ripresa delle presenze. Ma la sfida più importante è quella di far ripartire le attività produttive a livello generale, iniziando dal garantire in tempi stretti l’arrivo di stalle mobili e moduli abitativi a tutte le aziende e gli allevamenti danneggiati, superando i pesanti ritardi accumulati. Solo così – conclude la Coldiretti – sarà possibile risollevare l’economia dei territori terremotati cui l’agricoltura, tra manodopera familiare ed esterna, contribuisce in modo importante, alimentando anche un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo che sostengono che il flusso turistico che, tra ristorazione e souvenir, è la linfa vitale per la popolazione.

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