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Dura, schietta, diretta e reale fino in fondo. Solo in questo modo può essere descritta Tredici, il nuovo telefilm in onda su Netflix, che sta (giustamente) spopolando tra gli utenti.

Dimenticatevi Beverly Hills 90210 , Dawson’s Creek e The O.C. Sono altri tempi questi. I tempi del bullismo, della violenza (sia verbale che fisica) e della sofferenza. Il telefilm è un pugno nello stomaco.

Girata e interpretata senza filtri e senza censure, racconta la storia di Hanna Baker, una liceale come tante, che in seguito a sfortunatissimi incidenti, si suicida. Poco prima di arrendersi ha però deciso di registrare su delle vecchie cassette tutto ciò che è accaduto, tutto ciò che l’ha condotta a compiere questo gesto estremo, citando per nome e cognome i responsabili. Questi ultimi si trovano infatti a doverle ascoltare tutte e 13, e passarle poi al successivo. In una interminabile fila di ‘traditori’.

Il titolo originale (molto più esplicativo) è 13 Reasons Why, ed è tratta da un libro, il thriller psicologico di Jay Asher edito nel 2007 (in Italia nel 2008 con Mondadori). Nel corso della storia si seguono inoltre le vicende di Clay Jensen (Dylan Minnette), studente del liceo che riceve davanti a casa la scatola con le cassette. Si alternano ai racconti e alla vita del protagonista i vari flashback della povera Hannah.

Recensione

Sin dalle prime battute, o meglio: dai primi nastri, visto che la serie è suddivisa proprio in “lati di cassetta” è chiaro che non affronteremo una serie leggera. Si affrontano in modo schietto stupri, e atti di bullismo. I personaggi della scuola frequentata da Hannah, e da lei presentati, sono pieni di sfumature e impossibili da catalogare in buoni e cattivi. Ma di questi ultimi la serie è piena. Ci sono temi attuali e molto utilizzati, come il potere degli atleti e la netta differenza con i più poveri, il divario con i genitori e con gli insegnanti.

Tredici è soprattutto una serie che può insegnare qualcosa. Chiaramente non offre risoluzioni immediate ma riesce a metterci di fronte a una realtà che tantissime persone sono costrette ad affrontare quotidianamente: dai soprusi alle problematiche legate al potere devastante che ha assunto la tecnologia, dove uno scatto qualsiasi può arrivare a distruggere una persona.

Tredici, nonostante qualche calo di tensione in qualche puntata è da vedere. La sua sincerità, la sua forza emotiva e l’acutezza con cui sa descrivere l’ambiente scolastico e le interazioni fra adolescenti, unite a una composizione narrativa assai abile, ne fanno una serie davvero unica e preziosa. Non è un telefilm facile. Servono pazienza, stomaco e una buona dose di realismo. Perché pur essendo tratta da un libro è storia vera.

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