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Record di imprese rosa per la provincia di Ascoli. Nel 2016 il 24,29 per cento delle piccole e medie imprese artigiane e commerciali sono state guidate da una donna e, comunque, una donna faceva parte della compagine societaria. Mentre tra il 2010 e il 2016, in tutte le Marche le imprese femminili in più sono 7.937. Sei anni fa erano 27.554. Alla fine dello scorso anno le donne ai vertici delle aziende della regione erano diventate 35.491 pari al 23,5 per cento del totale.

La crisi non ferma le donne

La crisi non ha dunque fermato le donne che fanno impresa e quelle condotte al “femminile” hanno dimostrato negli ultimi e difficili anni di essere state in grado di reggere meglio all’impatto della recessione rispetto a quello guidate dai colleghi uomini. Le nuove imprese femminili sono cresciute soprattutto nel mondo digitale e tra le startup innovative. Inoltre c’è stato anche un forte incremento di aziende guidate da donne nei servizi.

Le donne imprenditrici sono anche giovani

Quindici imprese su cento sono infatti guidate da under 35. E sono quelle più dinamiche e innovative. Per quanto riguarda i settori, un’impresa marchigiana su quattro, tra quelle a guida femminile, si occupa di commercio all’ingrosso o al dettaglio mentre il 23 per cento è attivo in agricoltura, silvicultura e pesca. Dodici imprenditrici su cento guidano aziende manifatturiere, soprattutto nella moda ma anche nella meccanica, nell’alimentare e nel mobile.

Come incentivare l’impresa al femminile

“Le donne titolari d’impresa – sostiene Luigi Passaretti, presidente provinciale della Cna di Ascoli – sono state fondamentali per la tenuta del sistema produttivo e dell’occupazione. Ora è necessario dare un’ulteriore spinta investendo nella formazione e rafforzando i servizi alla famiglia per evitare che molte donne, imprenditrici o dipendenti siano costrette ad abbandonare l’attività per la cura di bambini e anziani”.

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