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“Ci eravamo già sentiti con Neri Marcorè nei giorni delle scosse e mi aveva subito detto: voglio fare qualcosa per le Marche. Eccoci dunque a RisorgiMarche, un segnale concreto di ripartenza e di ricostruzione delle comunità che passa anche attraverso la Musica. Il significato e l’obiettivo sono restituire quei luoghi bellissimi e straordinari alle persone,  riportare i turisti ad ammirare le bellezze artistiche e culturali dei dintorni, far rivivere e riappropriarsi di  quei paesi“. Così il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, a Roma alla Casa del Jazz ha introdotto l’iniziativa durante la conferenza stampa dell’iniziativa RisorgiMarche.

Alla conferenza stampa erano presenti anche l’assessore regionale al Turismo-Cultura, Moreno Pieroni, alcuni sponsor e tre dei tredici protagonisti del Festival che nasce sull’onda dei Suoni delle Dolomiti, Niccolò Fabi, che aprirà RisorgiMarche, Luca Barbarossa, Toni Bungaro.

Cos’è RisorgiMarche

“Tutto nasce da una cena con amici a Porto Sant’Elpidio, un’idea e un’avventura a cui tutti coloro ai quali ho chiesto di partecipare hanno aderito immediatamente. Via via si è allargata fino a diventare quasi una Favola dei Musicanti di Brema”, ha raccontato Marcorè. RisorgiMarche è il festival di solidarietà ideato e promosso dall’attore marchigiano Neri Marcorè che si articola in 13 concerti gratuiti, dal 25 giugno al 3 agosto, in altrettante date e località nei comuni del cratere. 

“RisorgiMarche ricorda il Risorgimento ma è anche un’esortazione a rialzarsi. – ha spiegato Nerì Marcore – nasce dalla volontà di contribuire alla rinascita di una terra messa in ginocchio dalle scosse sismiche registrate l’anno scorso in centro Italia. Il solo territorio marchigiano rappresenta il 57 per cento del totale delle aree colpite. Ero stato ad Arquata i primi di settembre scorso per cercare di capire quale tipo di sostegno concreto potevo portare ai cittadini dell’alto Tronto ma dopo la seconda, violenta scossa del 30 ottobre, mi sono reso conto che se volevo intraprendere un’iniziativa, questa doveva abbracciare tutte le comunità interessate, avere un respiro più ampio di una semplice, per quanto utile, raccolta fondi, per portare affetto e solidarietà a quelle persone costrette a cambiare vita e prospettive da un giorno all’altro. Questo, ovviamente, senza sovrappormi ai compiti della politica. Da allora ha cominciato a prendere forma e corpo l’idea di un festival diffuso nel territorio che potesse richiamare gente da tutta Italia, e magari stranieri, ed è stato naturale pensare al coinvolgimento di artisti di grande levatura, amici di comprovata sensibilità e generosità – tant’è che hanno aderito immediatamente – che rappresentano il cuore di RisorgiMarche. La mia personale riconoscenza e gratitudine a Niccolò, Stefano, Francesca, Roberto e Raffaele, Malika, Daiana, Luca, Rosalino, Enrico, Paola, Toni, Samuele, Daniele, Luca e Fiorella, Dario, Max e Francesco”.

I concerti di RisorgiMarche

Ad aprire il festival diffusa sarà Niccolò Fabi e Gnu Quartet il 25 giugno a Forca di Presta ad Arquata del Tronto. Il 7 luglio è la volta di Malika Aiane alla Domus San Bonfilio di Cingoli, l’8 ci sarà Daiana Lu a Montegallo, il 9 Ron a Bolognola, il 12 Enrico Ruggeri ad Amandola, il 20 Paola Turci a Fiastra, il 23 Bungaro a San Ginesio, il 25 Samuele Bersani a San Severino, il 27 Daniele Silvestri a Montefortino, mentre il 30 luglio Fiorella Mannoia e Luca Barbarossa saranno a Camerino e il 31 Brunori Sas a Montemonaco. Chiudono il programma i concerti di agosto previsti il 2 con Max Gazzè a Sefro e il 3 con Francesco De Gregori a Visso.

Le Marche dopo il sisma, la questione turistica

Dagli eventi tragici del 24 agosto, per le Marche sono cominciati problemi umani, logistici, economici e, non ultimi, turistici. Da regione che aveva cominciato a utilizzare molto bene la leva economica del turismo, le Marche si sono ritrovate a dover fare i conti con le questioni legate alla ricostruzione, alla desolazione lasciata dal terremoto e a un calo repentino e comprensibile delle presenze turistiche nel territorio. Tra le città più colpite in questo senso c’è il capoluogo ascolano, sofferente in modo particolare a questa situazione difficile. Eppure, su Ascoli Piceno cosa vedere ci sarebbe moltissimo da spendere e offrire nonostante i danni del sisma.  

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