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Terza versione del famoso Uomo Ragno, dopo la bellissima saga diretta da Sam Raimi e quella più cupa con Andrew Garfield, Spider Man Homecoming continua la sua inarrestabile corsa al box office italiano (battendo l’esordio di The War- Il pianeta delle scimmie). Merito a un cast giovanissimo e a una trama molto simile ai teen movie ma al contempo fumettistica.

Trama

Il giovanissimo Peter Parker non riesce proprio a dimenticare la sua esperienza con gli Avengers in Captain America: Civil War.

L’aver conosciuto Tony Stark e avere mantenuto con lui un rapporto speciale (una sorta di legame padre-figlio) tanto da aver ricevuto in dono un super-costume l’hanno letteralmente catapultato nell’olimpo dei super eroi. O così crede.

Peter è così bramoso dell’idea di diventare un Avenger da lasciar passare in secondo piano gli impegni scolastici, il rapporto con il suo migliore amico e la ragazza che gli fa battere il cuore, la bella Liz, per andare dietro ai criminali e per mettersi in mostra. Cercando un modo per entrare nei Vendicatori finisce dritto tra gli artigli dell’Avvoltoio, il villain del film, interpretato da un bravissimo Michael Keaton. Un cattivo tra i più riusciti visti finora nei film Marvel (anche se non arriva alla grandezza del Dr. Octopus di Spider-Man 2 di Alfred Molina).

 https://www.youtube.com/watch?v=rs64hwoQSiI

Il film però, a differenza delle sue versioni precedenti, ha il vanto di non mostrare nuovamente la trasformazione del secchione Peter in un eroe. Siamo al fulcro della vicenda. Il ragazzo ha già i poteri. Non li conosce a fondo, ma soprattutto non conosce a fondo se stesso. Quindi ora il problema è: come usarli, ma senza dipendere totalmente da essi. Perché, come saggiamente dice Tony Stark “ Se non sei niente senza il costume, allora forse non dovresti indossarlo.”

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