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Agosto è un mese strano, ideale per trascorrere le ferie coi libri.

Sebbene sia universalmente considerato il mese delle “vacanze” per eccellenza in realtà è anche il periodo in cui tutti cominciano a ricordati gli impegni previsti per settembre.

Immagino sarà capitato a tutti. I ragazzi che vanno a scuola sanno che dopo ferragosto i libri delle vacanze reclamano le pagine di esercizi non svolte,  i lavoratori cominciano a sentire più vicine tutte le scadenze e tutti noi ci ricordiamo dell’enorme molte di cose, iniziative e persone di fronte alle quali abbiamo detto: “va bè, ma risentiamoci a settembre”.

Insomma agosto è un mese sulla soglia, diviso tra festa e percezione del nuovo inizio. Si tratta anche del mese dove le uscite delle novità editoriali si rallenta, tutti aspettano la nuova stagione (da settembre in poi, un po’ come la moda) per presentare autori e titoli che si spera saranno al centro del dibattito letterario nel corso dell’inverno.

Ora questa rubrica si fermerà per qualche settimana ma, nell’attesa di ritrovarci, non voglio certo lasciarvi senza letture e idee interessanti da cercare tra gli scaffali. Ecco dunque una carrellata personalissima di libri e letture che potranno farvi passare il mese in modo divertente, appassionate e sorprendente.

Ferie coi libri? Ecco i miei consigli di lettura.

Ecco dunque alcuni libri che meritano un posto nella valigia di chi sta per partire per le vacanze oppure possono essere un valido sostegno per chi (e sono tanti) le vacanze le hanno già fatte e si devono rimettere all’opera sotto la calura.

Comincio con un classico fantascientifico. La città è vuota e voi siete gli unici a camminare per strade deserte avvolte nella canicola e nel silenzio? Bene, immaginate di essere come Will Smith:

Trasfigurazione cinematografica del protagonista del famoso “io sono leggenda”. Una lettura che vi farà sudare freddo!

Continuo con un libro molto curioso che mi ha colpito per il titolo, per la struttura e per la tematica. Quando è nato il mondo globalizzato, croce e delizia di tutti i commentatori e gli opinionisti di geopolitica ed economia? Timoty Brook lo spiega con eleganza a partire da alcuni quadri fiamminghi.

Proprio attraverso queste opere d’arte possiamo vedere l’esplosione del mondo da orizzonte chiuso sul mediterraneo e grande rete di scambi tra nuovo e vecchio mondo. Bello e per gli amanti dell’arte. Il titolo è un programma: “il cappello di Vermeer”.

Un altro titolo un po’ particolare ma che mi fa piacere condividere con voi è la ripubblicazione di alcuni lavori giovanili della stramitica Jane Austen: gli “Juvenilia”. Si tratta della raccolta delle opere della grande scrittrice inglese (da poco celebrata anche sulle banconote britanniche, a questo link una sagace lettura dell’evento) scritte in gioventù e per molto tempo rimaste inedite. Il piacere di leggere un fiore che sboccia.

Dopo questi due testi voglio segnalare altri tre libri. Il primo è il ritorno di un amico. Martin Rua, già ospite alla Rinascita con il primo volume della sua saga dedicata alla figura di Nostradamus è appena tornato nelle librerie con le nuove avventure di Luc Ravel, alias Gabriel Nostradamus.

Un libro davvero piacevole che ci farà fare il giro d’Europa e dei secoli tra templari, catari, terroristi e strani batteri. C’è persino Rennes-Le-Château! Insomma se volete un’avventura tra mito e leggenda avrete da divertirvi!

Oltre a questo vi suggerisco una questo punto due testi di saggistica, dedicati a comprendere meglio il nostro mondo. Il primo è opera di un padre dell’economia, Keyens che ne suo “Esortazioni e profezie” ci racconta come ogni crisi, anche la più grave e terribile, va affrontata con l’unica arma di cui l’uomo è provvisto in modo universale ma di cui spesso si dimentica: la sua Ragione!

Il secondo titolo è una analisi del rapporto tra uomo e ecosistema.

Il libro si intitola “Antropocene o Capitalocene?”.  Dalla interessantissima quarta di copertina: “Sempre più spesso si sente parlare, nei circoli accademici ma anche sui mass media, di “Antropocene”.

Il premio Nobel per la chimica Paul Crutzen, che ha coniato il termine, intende con esso una nuova era geologica in cui le attività umane sono diventate il fattore determinante, decretando così la fine dell’Olocene. L’umanità come un tutto indifferenziato (e colpevole) da un lato, l’ambiente incontaminato (e innocente) dall’altro. Jason W. Moore rifiuta questa impostazione e parte dal presupposto che l’idea di una natura esterna ai processi di produzione non sia che un effetto ottico, un puntello ideologico su cui si è appoggiato il capitalismo.

Al contrario, il concetto di ecologia-mondo rimanda a una commistione originaria tra dinamiche sociali ed elementi naturali che compongono il modo di produzione capitalistico nel suo divenire storico, nella sua tendenza a farsi mercato mondiale. Il capitalismo non ha un regime ecologico, è un regime ecologico. Sfruttamento e creazione di valore non si danno sulla natura, ma attraverso di essa – cioè dentro i rapporti socio-naturali che emergono dall’articolazione variabile di capitale, potere e ambiente”.

Spero che queste letture vi siano sufficienti fino a fine mese, altrimenti scrivetemi: info@bibliodiversita.it !

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