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Cari Amici con grande gioia vi annuncio che oggi 26 settembre si terrà presso la sala conferenze della libreria Rinascita l’incontro dedicato al Giappone in compagnia di Sumi Koga, maestra di cerimonia del Tè e Costantino Brandozzi, esperto di arti marziali. Come ogni anno i nostri amici ci faranno conoscere i segreti e le peculiarità della cultura nipponica e ci illustreranno alcune delle attività e discipline che più affascinano gli occidentali.

Questo incontro in particolare sarà dedicato alla pratica della spada giapponese e alla gestualità correlata alla cerimonia del tè. Si tratta di due azioni che, pur nella diversità, contengono caratteristiche comuni e distintive della civiltà del Sol Levante.

L’ordine, la bellezza, la pace interiore e la serrata ritualità dei gesti sono un tratto distintivo che guida sia i delicati gesti del preparatore del tè, sia i marziali movimenti dello spadaccino. Questo stretto legame tra forza e leggerezza è espressione di un sistema di pensiero e rapporto con il mondo profondo e dall’antichissima origine.

L’armonia tra l’interiorità e l’esteriorità è un caposaldo della cultura giapponese. Noi occidentali, un po’ ossessionati dall’apparenza e dalla visibilità, rimaniamo sempre senza parole e totalmente sedotti di fronte alla grazia disadorna che emana l’arte nipponica, dalle pitture all’oggettistica, fino alle espressioni più alte della poesia, tutto per l’ideale giapponese tende ad avvicinarsi alla contiguità con la natura.

Così come gli animali e le piante esprimono la loro eccezionale complessità apparentemente senza sforzo, allo stesso modo l’individuo deve compiere le azioni e vivere con altrettante eleganza e cura. Per la cultura giapponese ogni istante merita di essere vissuto nella piena consapevolezza e impegno. Da qui l’attenzione ai dettagli, alle piccole cose e la profonda visione che accompagna ogni espressione della civiltà orientale.

Partendo da questi presupposti non posso non dedicare il post ai libri dedicati all’estremo oriente. Si tratta di testi carichi di significati che vanno letti un po’ come delle porte che ci permettono di vedere il cuore di una cultura ricca di fascino e profondità.

Libri Giappone, i miei consigli di lettura

Inizio con un testo recente, un racconto in bilico tra sogno e realtà. Ambientato nel Giappone del dodicesimo secolo, il romanzo è una storia d’amore che valica i confini della morte.

L’autore è Didier Decoin, il testo è “Il magistero dei giardini e degli stagni”. Il viaggio della vedova Miyuki per portare le carpe sacre allevate dall’amato marito defunto alla corte dell’imperatore è lo sfondo ad un’avventura senza tempo.

Sotto il sole e le piogge battenti, lungo sentieri impervi e vie di pellegrini, passando per templi e case di tolleranza e incrociando monaci, guerrieri, mostri e maledizioni, la fragile ma indomita Miyuki affronta ogni pericolo cercando di tenere vivo, almeno per questo ultimo viaggio, l’amatissimo Katsuro. E noi la accompagniamo, rapiti da una scrittura capace di renderci parte di un universo in cui tutto, dall’amore alla morte, passando per la dignità, la paura e la meraviglia, parla il linguaggio vivo e palpitante dei sensi.

Proseguo con un testo molto particolare, “le note del guanciale”. Il testo è una raccolta di riflessioni e memorie di una cortigiana dell’imperatore Sadako. Vissuta nel X secolo Sei Shõnagon è una donna dalla cultura eccezionale e dalla raffinata sensibilità artistica.

Attraverso questo suo diario possiamo vivere appieno la vita della corte, gli amori e gli eventi che segnarono un mondo remoto nello spazio e nel tempo.

Dopo due libri che rievocano il passato andiamo a leggere un testo che ci racconta invece il Giappone contemporaneo. Vi segnalo il romanzo “Doromizu” per due ragioni.

La prima è che l’autore è un italiano, Mario Vattani, che conosce bene la cultura orientale per i suoi trascorsi diplomatici; la seconda è perché il libro ci mostra il lato oscuro della cultura nipponica, dove la competitività sociale è estrema e dove le contraddizioni tra passato e presente sono immense. Un libro interessante, un viaggio iniziatico in un mondo dalle regole ferree.

Concludo con un testo molto bello, un vero omaggio alla cultura giapponese. Il libro è “I cerchi infiniti” di Cees Nooteboom, infaticabile esploratore di culture. “Cerchi infiniti” raccoglie i suoi testi più illuminanti su quarant’anni di viaggi attraverso i paesaggi, le architetture, la poesia e la storia del Sol Levante.

Dalle metropoli avveniristiche di Tokyo e Osaka alle antiche città imperiali di Kyoto e Nara, dalle incisioni di Hokusai e Hiroshige al teatro kabuki, il rapimento mistico e intellettuale dei giardini zen, quella coesistenza intrecciata di buddhismo e shintoismo nei templi e nei riti millenari che scandiscono ancora il calendario nelle campagne.

Viaggi accompagnati dalle pagine di Kawabata, Mishima, Tanizaki, ma soprattutto dalle “Note del guanciale” di Sei Shonagon e dalla “Storia di Genji” di Murasaki Shikibu, il primo romanzo della storia, che ritrae il raffinamento estremo a cui giunse l’isolata corte di Heian nell’XI secolo.

Con la sua capacità di cogliere le sfumature più sottili, accendere connessioni, stimolarci a vedere con altri occhi e a rapportare il particolare all’universale, Nooteboom ci immerge nell’esperienza della scoperta, della bellezza e della sfida che il Giappone continua a rappresentare per l’Occidente: possiamo arrivare a conoscere veramente una cultura così lontana da noi? 

E voi che ne pensate? Vi aspetto stasera alla Rinascita e scrivetemi a info@bibliodiversita.it

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