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“Salviamo il salvabile”, così Italia Nostra ha esordito Italia Nostra presentando una lettera indirizzata alle autorità per ottenere un occhio di riguardo verso monumenti, chiese e opere che si sono salvate dai danni del terremoto.

Fondi bloccati

Tra questi c’è la Chiesa di Santa Maria a Vetere ubicata ai margini del borgo di Pretare d’Arquata, completamente distrutto dalle ripetute scosse di terremoto. “Sul tetto è crollato il campanile della chiesa, che custodisce, sulla parete di fondo, un grandioso affresco realizzato nel XVI secolo da Biagio Antonucci da Novale. – segnalano da Italia Nostra – Anche questo affresco ha subito danni rilevanti. Infatti una parte si è staccata dalla parete cadendo  in briciole sui pavimento, lasciando scoperti i nudi conci di pietra del muro. Alcuni abitanti originari del posto, e ora professionisti ad Ascoli, orgogliosi delle proprie origini e desiderosi di conservare la memoria dei luoghi, si sono attivati per salvare dalla distruzione questa testimonianza di antica civiltà del territorio, che rappresenta, a detta dell’esperto dell’Istituto delle Pietre Dure di Firenze, dottor Guido Botticelli, una vera e propria Cappella Sistina della zona”. Per questo è stata raccolta una discreta somma di denaro, pari probabilmente alla metà di ciò che occorrerebbe per recuperare l’affresco, ma sufficiente a proteggere quanto è rimasto in attesa del recupero dell’edificio. A seguito di alcune complicazioni, la cifra raccolta non potrà essere utilizzata.

La chiesa di Colle D’Arquata

Una analoga segnalazione è stata fatta anche per la Chiesa di San Silvestro di Colle D’Arquata, che custodisce vari affreschi tra  cui quello che riproduce l’immagine del Papa Silvestro, realizzati nel sec XVI da Dioniso Cappelli interessante Pittore originario di Amatrice. “Anche questa Chiesa ha subito i danni del terremoto e ha estremo bisogno di essere messa in sicurezza. – si legge nella lettera – Peraltro anche in questo caso oltre al pericolo rappresentato da altre eventuali scosse di terremoto, si presenta il rischio della caduta di abbondanti nevicate, sempre possibili nella zona tenuto conto del fatto che Colle d’Arquata si trova a 980 metri sul livello del mare e non si sa se la Chiesa potrebbe resistere al peso di una spessa coltre di neve”.

L’accorato appello

Per questo Italia Nostra torna a lanciare l’accorato appello “Salviamo il salvabile, se possibile, prima che sia troppo tardi. Evitiamo che di un territorio ricco di tante testimonianze di antica civiltà, di cultura, di pietà popolare, non rimanga nemmeno il ricordo. Non consentiamo che l’irreparabile accada e che solo dopo si pianga per quello che non si è fatto e si poteva fare”.  

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