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Alla locanda del terzo settore Centimetro Zero c’è il tavolo socievole che nasce da un’idea di coniugare ospitalità e integrazione per festeggiare i primi due anni di attività. Nella locanda sono impiegati giovani con disabilità intellettive e propone cucina di alta qualità con prodotti a filiera cortissima. Oggi è possibile fare un bilancio, contando oltre 200 ingressi settimanali rispetto ai 50 coperti. Ai tavoli ora se ne aggiungerà uno nuovo, destinato a fare da sponda ai nuovi contatti. Ovvero chi non ha trovato posto nei tavoli già assegnati, avrebbe potuto accomodarsi al grande tavolo da 10, sedendo vicino a persone sconosciute e condividendo con loro il momento della cena, oltre a quello della meditazione; come riconoscimento per la nuova esperienza, avrebbe avuto dolce e caffè offerti dalla casa.

Il tavolo socievole

“L’idea – racconta Emidio Mandozzi, responsabile della locanda Centimetro Zero – è arrivata in occasione di uno dei nostri ultimi eventi: una serata dedicata alla meditazione. Al momento di sedersi a tavola ci siamo ritrovati la sala piena ma molti piccoli gruppi di persone e non tutti avevano prenotato. Alcuni ospiti erano anche soli. La soluzione non è stata dettata solo dalla necessità di offrire un posto a tutti, ma anche dalla voglia di incentivare nuovi contatti e nuove amicizie, nello spirito che ci ha portato alla creazione del progetto, complice l’atmosfera che si era creata in quella particolare serata. L’iniziativa – ha aggiunto – ha avuto così successo che da quella prima esperienza si è formata una vera compagnia che continua a ritrovarsi alla locanda intorno al tavolo socievole per condividere il piacere di una amicizia nata davvero per caso, semplicemente dalla voglia di mettersi in gioco e aprirsi agli altri”.

Perché Centimetro Zero

Il progetto Locanda sociale è realizzato insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno che ha investito nell’iniziativa già a partire dal 2015 e ritenendo significativa, importante e strategica la presenza, nel proprio territorio di riferimento, della Locanda, continua a sostenerla anche con il Piano pluriennale 2017 – 2019. Ed è proprio questo lo spirito con il quale due anni fa, in questi giorni ricorre il secondo anno di attività del progetto, la Locanda ha aperto i battenti e cambiato la vita dei giovani che ci lavorano e delle loro famiglie.

“La soddisfazione più grande – ha commentato Roberta D’Emidio – è ascoltare i genitori dei nostri ragazzi, vederli meravigliati, ogni giorno di più, dei progressi e dell’autonomia che i figli riescono a conquistare attraverso il lavoro, il contatto con gli operatori e, soprattutto, il rapporto con il pubblico. Ci sono ospiti che faticano a distinguere i ragazzi con disabilità dai collaboratori normodotati e questo dimostra quanto l’esercizio quotidiano, le attenzioni e l’insegnamento possano davvero offrire un’opportunità di lavoro e di vita a persone fino a qualche anno fa destinate a restare chiuse in casa tutto il giorno e che ora, grazie a questo tipo fi progetti, hanno davanti una nuova prospettiva. E un futuro possibile”.

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