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Le elezioni politiche del 4 marzo sono ormai sempre più vicine ma sono ancora tanti i dubbi che attanagliano i cittadini, primo tra tutti il nuovo sistema di voto. La legge elettorale partorita dal governo Renzi, cioè l’ormai famoso Rosatellum, ha scatenato non poche critiche e, in particolare, sembra remare proprio contro al partito che l’ha creata.

Il nuovo sistema di voto, infatti, era nato inizialmente per contrastare l’avanzata del Movimento 5 Stelle, ma sembra avvenire invece esattamente il contrario.

A pagare le conseguenze del Rosatellum, infatti, a quanto pare saranno le coalizioni del centrodestra e del centrosinistra, mentre a risultare favorito sarà proprio il Movimento 5 Stelle, il quale ha sempre affermato di non voler partecipare ad alcuna coalizione politica.

Andiamo tuttavia per gradi e vediamo di capire come funziona il Rosatellum, ossia la nuova legge elettorale che sarà applicata per queste prossime elezioni.

Rosatellum: il nuovo sistema di voto

Le schede elettorali saranno due: una per la Camera e una per il Senato (riservata solamente agli elettori con almeno 25 anni di età). Il sistema elettorale (Rosatellum) è misto, quindi in parte proporzionale e in parte maggioritario. L’elezione, di conseguenza, avviene in due modi, cioè quello uninominale e quello proporzionale.

  • Nel sistema uninominale le coalizioni (oppure i partiti) candidano, in ogni collegio, un solo rappresentante e chi prende più voti ottiene un seggio.
  • Nel sistema proporzionale i seggi sono suddivisi in modo, appunto, proporzionale rispetto ai voti presi dalle varie coalizioni o partiti.

Con questo sistema elettorale, un terzo dei seggi sarà assegnato con il sistema uninominale, mentre gli altri due terzi saranno assegnati con il sistema proporzionale.

I limiti del Rosatellum

Dal momento che ogni partito deve presentare un solo candidato, può capitare che il nome del candidato prescelto del proprio partito preferito, cioè quello che si desidera votare, non sia presente e in tal caso non sia quindi possibile dare la preferenza specificatamente a quella persona.

Questo comporta che, se un cittadino non vuole dare il proprio voto al candidato scelto dal partito o dalla coalizione, si vede costretto a orientare il proprio voto altrove. In sostanza, non è possibile votare una lista differente da quelle che appoggiano il candidato a cui si dà la propria preferenza.

Il nuovo sistema di voto adottato per queste elezioni politiche potrebbe, quindi, rivelarsi punitivo per le grandi coalizioni di centrodestra e centrosinistra, mentre al contrario potrebbe favorire proprio quel Movimento (i 5 Stelle) che inizialmente s’intendeva contrastare.

I risultati delle elezioni saranno fortemente influenzati da questo nuovo sistema di voto misto: un metodo voluto fortemente dal Pd, ma che al tempo stesso rivelarsi essere la sua rovina definitiva.

Le elezioni del 4 marzo, secondo i vari pronostici, potrebbero comunque rappresentare un duro colpo per il Partito Democratico di Renzi.

I sondaggi oggi non sono certo dalla sua parte e sembra anzi che, almeno per il momento, gli unici a potersela ancora giocare siano proprio il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio e la coalizione di centrodestra con Salvini e Meloni in prima linea, il primo con la Lega e la seconda con Fratelli d’Italia.

C’è poi il grande rischio di un astensionismo clamoroso, ma questo dipende tutto dai cittadini.

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