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La storia dell’umanità è piena di esempi di “attrezzi”, nati come mezzi per procurarsi il cibo e purtroppo diventati delle vere e proprie armi, impiegate per uccidere altri uomini. L’arco attraverso secoli di vita ha accompagnato successivamente cacciatori, guerrieri e sportivi.

Ai nostri giorni, l’arco è impiegato in due attività: quella venatoria e quella sportiva. La prima delle due è sicuramente poco frequente, a dispetto della seconda, estremamente praticata anche a livello olimpico.

Ma il legame tra caccia e sport interessa in questa sede, proprio perché un cacciatore americano di nome Holles Wilbur Hallen mise a punto, oltre mezzo secolo fa, un particolare tipo di arco, con il quale riuscì ad aumentare la precisione di tiro, diminuendo al contempo la forza necessaria per scoccare la freccia.

Fu così che negli USA, nel 1965, nacque un nuovo “attrezzo” per la caccia al cinghiale e al cervo: era nato l’arco compound.

Gli elementi del compound e il suo funzionamento

Ma in cosa si distingue dal suo antenato?

Il primo elemento che salta agli occhi è senza dubbio la presenza di due carrucole, posizionate alle estremità (dette flettenti) e attraverso le quali passa la corda. Quando la corda è in posizione di tiro, l’arciere non sente quasi la tensione che si va accumulando nella struttura dell’arco. E questo gli consente di concentrare tutto se stesso nella precisione di tiro.

I flettenti sono più piccoli rispetto ad un arco tradizionale e quindi più rigidi; l’intero arco è di dimensioni ridotte rispetto ad uno classico e quindi più preciso. Non a caso, nelle intenzioni del suo inventore, il compound era predestinato alla caccia: le dimensioni ridotte del compound ne consentono un utilizzo agevole anche nella boscaglia più fitta.

Quando l’arciere tira la corda, le carrucole girano e mettono in tensione i flettenti. Ricordiamo che la corda si posizione sul diametro maggiore delle carrucole, il che consente di moltiplicare la forza che si esercita sull’arco (lo stesso concetto si ritrova applicato nelle moltipliche dei cambi delle biciclette: maggiore è il diametro della corona anteriore, maggiore sarà il numero di giri che farà la ruota con una pedalata).

Lo sgancio è meccanico (di tipo a scoppio o a rotazione, la scelta si rimette al gusto personale dell’arciere): una leggera pressione sul grilletto sposta un dentino, il quale sgancia un cordino e libera la corda tesa dell’arco; così facendo, la freccia viene scoccata.

I vantaggi: potenza e precisione di tiro e utilizzo più semplice

Insomma, sono le due carrucole poste alle estremità dell’arco a compiere tutto il lavoro di tensione. Questa caratteristica, oltre a consentire all’arciere, come già detto, di impegnare tutta la propria tensione nei confronti della precisione di tiro, amplia notevolmente la tipologia di utilizzatori dell’arco.

Se, infatti, l’utilizzo preciso dell’olimpico è, per così dire, riservato ad atleti con una certa prestanza fisica, l’arco compound può essere agevolmente impiegato da bambini, donne, uomini con qualsiasi fisico. Le Paralimpiadi hanno una sezione dedicata alla disciplina del compound, arco che infatti può essere utilizzato anche da paraplegici e da persone con amputazioni agli arti inferiori e superiori.

Un’altra differenza rispetto all’olimpico sta nella precisione di mira, che non deriva solo dalla minor forza che l’arciere deve esercitare sulla struttura della sua arma. Il compound infatti dispone di una lente con una livella interna, che consente di inquadrare il bersaglio in maniera estremamente precisa: la lente poi si incrocia con una visette, per un’ottimale messa a fuoco.

Il complesso meccanismo dello sgancio meccanico, coadiuvato dalle due carrucole, fa sì che freccia non venga scoccata in maniera “brutale” o “a scatti”, come potrebbe accadere nell’impiego dell’arco classico; la partenza più fluida della freccia non impedisce agli arcieri di colpire il bersaglio a 300 km/h.

La velocità di propulsione, poi, ha un’incidenza diretta sulla traiettoria della freccia. La balistica insegna che, meno l’arco è potente, e più sarà necessario mirare verso l’alto per raggiungere l’obiettivo; questo ovviamente a discapito della precisione, a causa dell’andamento parabolico della traiettoria.

Con l’arco compound, la grande velocità di propulsione consente invece una traiettoria di tiro più rettilinea, più breve e quindi più precisa.