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America America! Ma quale America? A pochi giorni dalla morte di Philip Roth ci siamo trovati proprio ieri a dibattere sulla situazione negli USA di Donald Trump insieme al senatore Teodori, autore di un interessante saggio dal titolo “Ossessioni Americane” che è stato un interessante excursus sulla storia egli Stati Uniti attraverso il loro lato meno conosciuto e mediaticamente “accettabile”.

Ossessioni Americane” di Massimo Teodori può considerarsi dunque il libro ideale per aprire questo post che sarà tutto dedicato al lato oscuro dell’American Dream, che può diventare, come anche il grande maestro Roth ci ha insegnato, un vero incubo.

Il libro di Teodori ci racconta La storia degli Stati Uniti. Questa non è solo la brillante vicenda di una democrazia aperta, di una società ricca e all’avanguardia del mondo contemporaneo.

Accanto all’America come luogo della libertà che amiamo, c’è un lato oscuro, dove le paure e le ossessioni hanno dato corpo negli ultimi due secoli a movimenti politici e sociali capaci di segnare un risvolto dell’identità nazionale.

La storia degli Stati Uniti, allora, è anche quella dei nativisti – ossessionati dalla «supremazia bianca» -, dei populisti – cantori dell’America profonda custode delle virtù tradizionali in declino -, degli isolazionisti – che tra le guerre mondiali si rinchiusero nel nazionalismo dell’«America First» contro la guerra a Hitler -, e degli autoritari – che fiorirono in tutte le stagioni fino al Red Scare degli anni venti e al maccartismo degli anni cinquanta.

Massimo Teodori descrive come nel tempo gli americani tradizionalisti con le loro ossessioni abbiano trasformato il patriottismo in nazionalismo e l’amore per la propria comunità in razzismo.

Il libro conclude che, quali che siano i tentativi autoritari, l’America resta una società aperta che rispetta la democrazia e i diritti civili perché il suo sistema politico e costituzionale possiede gli antidoti per reagire ad ogni abuso di potere presidenziale

Se questo è il punto di partenza per decostruire il mito dell’America felice e dove tutti possono ottenere il successo come “self made man” non possiamo in quest’ottica non citare a questo punto il grande capolavoro del maestro Philip Roth, che ci ha lasciato solo una settimana fa.

Il testo è il famosissimo “Pastorale Americana”. Seymour Levov è un ricco americano di successo: al liceo lo chiamano “lo Svedese”. Ciò che pare attenderlo negli anni Cinquanta è una vita di successi professionali e gioie familiari.

Finché le contraddizioni del conflitto in Vietnam non coinvolgono anche lui e l’adorata figlia Merry, decisa a portare la guerra in casa, letteralmente. Un libro sull’amore e sull’odio per l’America, sul desiderio di appartenere a un sogno di pace, prosperità e ordine, sul rifiuto dell’ipocrisia e della falsità celate in quello stesso sogno.

Questo libro è da considerarsi un capolavoro assoluto, capace di mostrarci fino in fondo il lato più oscuro del perbenismo Usa e il terribile scontro che le ambiguità della società statunitense sono capaci di generare.

Se questi due libri possono essere considerati il punto di partenza del nostro percorso dedicato all’America sogno e incubo dell’uomo moderno possiamo proseguire il nostro cammino citando altri due libri molto interessanti.

Uno è il bellissimo “Americanah” della scrittrice e attivista per i diritti delle donne Chimanda Adichie.

Qualche accenno sulla trama: La distanza tra la Nigeria e gli Stati Uniti è enorme, e non solo in termini di chilometri. Partire alla volta di un mondo nuovo abbandonando la propria vita è difficile, anche se quel mondo ha i tratti di un paradiso, ma per Ifemelu è necessario. Il suo paese è asfittico, l’università in sciopero.

E poi, in fondo, sa che ad accoglierla troverà zia Uju e che Obinze, il suo ragazzo dai tempi del liceo, presto la raggiungerà. Arrivata in America, Ifemelu deve imparare un’altra volta a parlare e comportarsi. Diverso è l’accento, ma anche il significato delle parole.

Ciò che era normale viene guardato con sospetto. Ciò che era un lusso viene dato per scontato. La nuova realtà, inclemente e fatta di conti da pagare, impone scelte estreme. A complicare tutto c’è la questione della pelle. Ifemelu non aveva mai saputo di essere nera: lo scopre negli Stati Uniti, dove la società sembra stratificata in base al colore.

Esasperata, Ifemelu decide di dare voce al proprio scontento dalle pagine di un blog. I suoi post si conquistano velocemente un folto pubblico di lettori, che cresce fino ad aprire a Ifemelu imprevisti e fortunati sbocchi sul piano professionale e privato. Ma tra le pieghe del successo e di una relazione con tutte le carte in regola si fa strada un’insoddisfazione strisciante.

Ifemelu si sente estranea alla sua stessa vita e, lì dov’è, non riesce ad affondare le radici, pur sapendo che in Nigeria il nuovo modo di guardare il mondo le guadagnerebbero l’epiteto di “Americanah”. Questo libro è utilissimo per capire davvero che significa essere Afroamericani, una condizione che ancora oggi non è sinonimo di pari opportunità per tanti cittadini USA.

Un altro testo che voglio citare è il racconto doloroso che evoca una delle più recenti tragedie del paese dei sogli. L’alluvione e distruzione di New Orleans ad opera dell’uragano Katrina. Di Jesmin Ward il toccante “Salvare le ossa” .

Un libro che ci parla dei sentimenti più forti e radicali della vita. Un uragano minaccia di colpire Bois Sauvage, Mississippi. In un avvallamento chiamato la Fossa, tra rottami, baracche e boschi, vivono Esch, i suoi fratelli e il padre.

La famiglia cerca di prepararsi all’emergenza, ma tutti hanno altri pensieri: Skeetah deve assistere il suo pitbull da combattimento dopo il parto; Randall, quando non gioca a basket, si occupa del piccolo Junior; ed Esch, la protagonista, unica ragazzina in un mondo di uomini, legge la storia degli Argonauti, è innamorata di Manny, e scopre di essere incinta.

Nei dodici giorni che scandiscono l’arrivo della tempesta, il legame tra i fratelli e la fiducia reciproca si rinsaldano, uniche luci nel buio della disgrazia incombente. Salvare le ossa racconta la vita di ogni giorno con la forza del mito, e celebra la lotta per l’amore a dispetto di qualunque destino, non importa quanto cieco e ostile.

Spero che questo percorso dedicato ai dolori e alle ambiguità dell’America vi abbia incuriosito e aspetto vostri suggerimenti e letture su info@bibliodiversita.it.

 

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