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Estate tempo di letture estive. Dopo i mesi invernali pieni di impegni lavorativi e scolastici abbiamo più tempo e finalmente possiamo dedicarci alle letture più piacevoli e rinfrancanti. Le giornate più lunghe e il sole sono un’ottima scenografia dove immaginarci sdraiati con un bel romanzo tra le mani.

Cercherò in questo post di offrire un panorama di alcuni libri interessanti che sono usciti di recente e che possono ispirare le vostre letture estive.

Comincio con un testo molto bello e profondo. Si tratta di un romanzo che racconta una storia antica e oscura, che tutti abbiamo studiato al liceo ma che ancora oggi, nella sua tragica forza, è particolarmente attuale, “La casa dei nomi”.

Di che perla questo libro? Di un mito antico, della storia feroce di Clitennestra. Clitennestra vive per vendicare la morte della figlia, Ifigenia, sacrificata dal padre Agamennone agli dèi. La sua vendetta ne innescherà un’altra, e a compierla su di lei saranno i figli Elettra e Oreste.

Ma le antiche divinità stanno scomparendo, e la casa un tempo popolata dei loro nomi risuona ormai a vuoto. In questo splendido romanzo di Colm Tóibín il mito classico della regina assassina e del vendicatore matricida diventa cosí una tragedia di passioni e debolezze profondamente umane. Dice Clitennestra. «Ho dimestichezza con l’odore della morte».

L’ha sentito sul corpo della figlia primogenita Ifigenia il giorno in cui il marito Agamennone l’ha sacrificata agli dèi per ottenerne il favore nella guerra imminente, dopo averla attirata all’accampamento con l’inganno.

Moglie furiosa e madre straziata, Clitennestra prepara a lungo la sua vendetta e, al ritorno del re, si appresta a sentire di nuovo l’odore della morte, quella di Agamennone questa volta, fra le mura del loro palazzo e per sua stessa mano. Nella lingua precisa, essenziale ed elegante di cui ha dato prova in tutta la sua opera, Colm Tóibín fa rivivere le figure classiche della casata di Atreo e, intaccando la loro mitica intangibilità, le rende personaggi di carne e sangue, dotati di psicologia, motivazioni e tonalità.

La Clitennestra di Tóibín è ancora la rancorosa regina del mito, ma è anche una donna alle prese con la gestione modernamente complessa del potere e con un amante, Egisto, su cui modulare desiderio e controllo. La sua Elettra è la figlia fedele che pretende la retribuzione del sangue, ma è anche la vittima di abbandono che cerca nelle ombre un sollievo dalla solitudine. Per tutti loro il processo di umanizzazione è reso particolarmente efficace dalla scomparsa di un orizzonte divino a cui ubbidire e delegare.

Nel mondo della Casa dei nomi gli antichi dèi stanno svanendo e la loro legge vacilla. Non prega piú Clitennestra, si chiude la porta che conduceva Elettra ad Agamennone. Non ad Apollo si deve il piano di vendetta attuato da Oreste, né alle Erinni la sua follia.

Pensieri e progetti, speranze e disperazioni si avviano a essere unicamente mortali. A Oreste, che nella tragedia di Eschilo sparisce dalla scena bambino per farvi ritorno solo da adulto in veste di vendicatore matricida, Tóibín regala un’adolescenza, un’avventura, un amore e un dubbio.

Ed è questo scarto d’immaginazione a fare della Casa dei nomi «un ritratto intimo e straordinariamente compassionevole» (Literary Review) che dimostra «un’inedita ambizione, sia nel tono che nell’azione» (The Washington Post) e conferma il suo autore come uno dei migliori scrittori di lingua inglese oggi viventi.

Se questo libro potrà piacere agli adulti per la forza narrativa sono certa che potrà colpire anche gli studenti che scopriranno che i miti greci possono essere più appassionanti di Trono di Spade!

Il seconod olibro che vi suggerisco da leggere questa estate è un giallo. Anche questa volta gioco su una suggestione letteraria. Jo Nesbø

, scrittore norvegese amatissimo e seguito da milioni di fan nel mondo ha scritto un giallo che racconta una storia antica e che cita il più grande dei drammaturghi, William Shakesperare. Il suo “Macbeth” ci ri-racconta una storia di sangue e potere senza speranza di salvezza, ambientandola in una cupa città moderna, tra sbirri corrotti e violenza di strada.

Anni ’70, una città industriale sull’orlo del collasso fatta di fabbriche chiuse, disperazione, piazze di spaccio. Sotto l’eterna pioggia nera che la flagella, il poliziotto migliore che si muove per le sue strade è Macbeth. Un ex tossico, un uomo fragile dal passato turbolento, abbandonato da bambino, uno sbirro incline alla violenza.

Ma è lui, con la sua squadra, a gestire con intelligenza una retata nell’area del porto, un’azione in grande stile che, finalmente, gli fa intravedere la possibilità di ottenere una promozione. E quindi guadagnarsi il rispetto degli altri, avere una vita migliore, e molto più potere, che è ciò che conta.

Tutto questo è lì, a portata di mano: ma, pensa Macbeth, davvero mi lasceranno arrivare tanto in alto? Tormentato dalle allucinazioni, vittima di paranoie sempre più acute, Macbeth comincia, lentamente, a soccombere a se stesso e al tarlo dell’ambizione.

Va bene dopo due storie così oscure cercherò di far entrare un po’ di sole. Ma i brividi con questo caldo aiutano, no? Ecco un libro più “positivo” per chi oltre alla pelle (sotto il sole) vuole scaldare anche il cuore (grazie a volumi pieni di amore).

Vi consiglio “Le storie d’amore che hanno cambiato il mondo”. È noto che alcuni grandi amori hanno letteralmente determinato il corso della storia in un verso piuttosto che in un altro. Gilbert Sinouè ci offre in queste pagine il suo personale catalogo di tali irresistibili passioni.

Dalla storia d’amore tra Dom Pedro e Inés de Castro, che si concluse con una sanguinosa guerra che fu sul punto di devastare il Regno del Portogallo, alla relazione tra Nehru e Lady Mountbatten, che rese possibile la conquista dell’indipendenza dell’India; dall’amore di Lady Hamilton per Nelson, che la spinse a intercedere presso Maria Carolina e a fare in modo che l’ammiraglio non soccombesse con la sua flotta nella baia di Abukir, ai tormenti del cuore di Edith Piaf, che impedirono a Cerdan di affrontare Jake La Motta e di riconquistare il titolo di campione del mondo; dall’amore «maledetto» tra un sedicenne Arthur Rimbaud e uno squattrinato Paul Verlaine alla passione «incosciente» che spinse Edoardo VIII a rinunciare al trono pur di sposare Wallis Simpson, l’amore si mostra in queste pagine come una forza inarrestabile, capace di sovvertire l’ordine del mondo.

Se questa storia ci rinfranca e ci spiega che l’amore “vincit omnia” concludo la mia carrellata estiva con un ultimo testo, leggero e solare che sarà apprezzato da chi vuole davvero andare in vacanza con un libro capace di ribaltare la sua visione del mondo e dargli emozioni e stupore. Per ottenere questo risultato non posso che consigliare il mitico Boris Vian di cui Marcos y Marcos pubblica “E tutti i mostri saranno uccisi”.

Dalla quarta di copertina, che è tutta un programma: “La bellezza è una cosa seria: chiedetelo a Rock. Su e giù per Los Angeles, palestra mattina e sera; staccarsi le donne di dosso a ogni passo. Cadere nelle grinfie del dottor Schutz, che cerca donatori di seme per selezionare una razza di belli.

Rock riesce a liberarsi per un soffio; il tempo di un rapido scambio amoroso e raccoglie rinforzi per assaltare la clinica del dottor Schutz. La missione si complica, si vola sul mare, si aprono paracaduti per calarsi sull’isola per soli belli. Ma in un mondo troppo finto e perfetto il fascino irresistibile dei brutti si scatenerà”.

Buona estate e scrivetemi a info@bibliodiversita.it

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