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La mononucleosi nei bambini è la più comune. Si tratta di un’infezione virale contagiosa è vero, ma quelli più predisposti ad essere attaccati sembrano appunto i giovanissimi. Nella maggior parte dei casi la sintomatologia si presenta in forma lieve ma è sempre bene non trascurarla e non dare per scontato che non vi sia la possibilità di contrarre forme più gravi.

Questo perché alcune volte la mononucleosi può portare a rischi molto seri.

Come avviene il contagio nei bambini?

Secondo un sondaggio effettuato dal portale Inran.it, il 50% dei casi di mononucleosi è rivolta ai bambini che hanno meno di 12 anni. Di questi, la maggior parte non percepisce alcun sintomo (passa quindi inosservata) o ha sintomi talmente lievi che può essere tranquillamente confusa con una banale influenza.

Il contagio della mononucleosi nei bambini e negli adulti avviene a causa dell’Epstein-Barr, un virus della famiglia degli Herpes. Riesce ad attaccare coloro che non hanno sviluppato anticorpi specifici. In pratica l’Epstein-Barr quando entra in contatto con i tessuti dell’orofaringe, inizia a diffondersi all’interno dei linfonodi e questo fa si che trovi i linfociti B. Tutto ciò permette una replica, passando proprio per il circolo ematico.

Ma come mai sono proprio i bambini i più colpiti? Oltre a un discorso immunitario, i bambini sono anche quelli che fanno meno attenzione alle questioni d’igiene. Si scambiano bicchieri, posate, ma anche altri tipi di oggetti (come i pennarelli) che spesso vengono messi in bocca.

Il contagio avviene infatti a causa delle secrezioni di naso (come gli starnuti) e bocca (saliva). Non a caso è conosciuta anche come la malattia del bacio. Basterebbe più attenzione da parte dei genitori il cui figlio ha contratto la mononucleosi? Forse, ma il problema è che il bambino resta contagioso anche per un anno, nonostante i sintomi tendono a scomparire in 15 giorni. Inoltre, dal momento in cui avviene il contatto, ecco che possono passare dai 30 ai 50 giorni prima che i sintomi si manifestano.

Quali sono i sintomi della mononucleosi nei bambini?

Moltissimi bambini contraggono la mononucleosi ma, ne loro ne i genitori, hanno modo di accorgersene perché resta del tutto silente, priva di sintomi. Altre volte sono solo leggermente accennati e così viene scambiata per una normale influenza.

Nella prima fase la mononucleosi ha appunto sintomi simili all’influenza, la persona prova un senso di malessere per diversi giorni, seguito da febbre, brividi e sudore. Possono esserci anche mal di testa e mal di gola. Molto spesso non vi è la fase successiva e i sintomi si riducono a questo, almeno nei bambini.

Altre volte invece, e qui scatta di solito il campanello d’allarme, inizia ad alzarsi la temperatura anche fino a 39,5°, la gola diventa molto rossa e con chiazze rosse, s’ingrossano i linfonodi del collo e il bambino si porta la stanchezza arretrata dietro anche per più di un mese.

La mononucleosi nei bambini può avere anche delle complicazioni, seppur accade molto raramente. Le complicazioni serie possono essere gli ingrossamenti della milza che possono arrivare a una rottura anche davanti a un trauma breve. Può ingrossarsi il fegato e possono ostruirsi le vie bronco-polmonari, cosa che richiede la somministrazione di farmaci e alcune volte anche l’intervento chirurgico.

Come si cura la mononucleosi nei bambini?

Non esiste una cura specifica, specialmente tra i giovanissimi. Il medico comunque consiglia, soprattutto nel caso di milza o fegato ingrossato, molto riposo. E’ una malattia che deve semplicemente seguire il suo corso. Ci sono comunque alcuni rimedi per i sintomi. In caso di dolori o febbre possono essere somministrati paracentemolo o Fans ma non l’aspirina, perché la complicanza può essere letale (sindrome di Reye).

Ci sono poi tanti piccoli rimedi naturali che permettono una guarigione molto più veloce. Di grande aiuto un’alimentazione controllata, ricca di frutta e verdura così da rendere più forte il sistema immunitario. Anche l’estratto di cardo mariano e quello di echinacea rafforzano il sistema immunitario. Molto utile poi la radice di liquirizia.

La cosa più importante da fare comunque, in caso di mononucleosi nei bambini, è di riposarsi il più possibile ed evitare ovviamente che il bambino entri in contatto con gli altri ragazzi. Da una parte infatti è fondamentale che si rimetta in forze senza indebolire ulteriormente il sistema immunitario, dall’altra che non favorisca la diffusione del virus.

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