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Lavoro Marche, complessivamente in un anno sono stati creati 41.200 posti di lavoro. A beneficiarne sono stati soprattutto gli uomini (+33.942) mentre il lavoro femminile è cresciuto solo di 7.258 addetti. Questo stando alla recente analisi dell’Ufficio studi Cna nazionale, ma nell’indagine dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps viene fatto il punto sulla tipologia del contratto di lavoro che diventa sempre più precario e di breve durata.

Lavoro Marche, contratti precari

Nel rapporto infatti viene segnalato che solo il 9,6% dei nuovi assunti ha un contratto a tempo indeterminato. Ben 4 contratti attivati su 10 sono a tempo determinato. Le Marche risultano essere l’ultima regione d’Italia per numero di contratti a tempo indeterminato attivati quest’anno.

“Aumentano i contratti avviati ma siamo ancora la prima regione d’Italia per livello di precarietà; – ha commentato Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil – anzi, guardando ll’aumento consistente delle cessazioni, dobbiamo registrare un ulteriore accorciamento della durata dei contratti”.

I contratti più utilizzati sono quelli in somministrazione (+23,1%), in crescita anche quello intermittente (+4,4%), ma la formula di contratto più utilizzata è quella di contratto a termine (9,4%). A diminuire sono i contratti di lavoro a tempo indeterminato, secondo il rapporto se ne conterebbero 4mila in meno in quest’anno.

“Nei prossimi mesi, misureremo gli effetti dell’entrata in vigore del decreto dignità ma risulta già ad oggi evidente come ci sia bisogno di una riforma strutturale del mercato del lavoro di questo paese e non di singole misure prive di una visione organica. – ha aggiunto Santarelli – Il tema della precarietà dovrebbe interessare la politica e le imprese perché senza occupazione stabile non può esserci una ripresa complessiva del paese e della nostra regione. Le vertenze continuano a crescere e sono in bilico solo in questi giorni più di 1.000 posti di lavoro. Senza investimenti pubblici e privati non ci saranno effetti sull’occupazione e drammaticamente invece si allargherà l’area del disagio economico e sociale”.

Lavoro Marche, quando c’è è per gli uomini

Questi i numeri dell’indagine dell’Ufficio Studi Cna Nazione sulla base di dati Istat. I numeri, anche se premiano la sfera maschile, segnano comunque una scossa salutare nei sistemi locali del lavoro made in Italy come calzaturiero e legno mobile ma anche dei gioielli, occhiali e strumenti musicali dal 2014 al 2017 era diminuita tra il 2 e il 3 per cento. In calo negli ultimi tre anni anche l’occupazione nel tessile e abbigliamento (-1,9 per cento). Tra le regioni italiane, oltre che nelle Marche, solo in Umbria (-2,3) e in Piemonte (-1,5) i sistemi locali del made in Italy in questi tre anni hanno perso occupazione. 

“A giudicare dai dati Istat sull’occupazione – commenta il segretario Cna Marche Otello Gregorini – la ripresa produttiva sembra arrivata nelle Marche che fanno meglio della media nazionale sia per il tasso di occupazione che sale al 61,4 per cento contro il 59,1 per cento della media nazionale, sia  per il tasso di disoccupazione che nelle Marche è al 7,7 per cento  mentre in Italia è ancora al 10,7 per cento”.

Cresce il made in Marche

Il 2018 sta invece segnando una ripresa dei posti di lavoro nei settori marchigiani manifatturieri. Tra giugno 2017 e lo stesso mese del 2018 gli occupati sono aumentati di 19.905 unità, passando da 176.259 a 196.164.

In crescita anche i lavoratori nelle costruzioni (+5.701). Tornano a crescere i marchigiani che lavorano nei servizi (+14.351) ma non nel commercio, alberghi e ristoranti dove si sono persi 4.098 posti di lavoro. Anche l’agricoltura torna in territorio positivo (+1.242 occupati). 

“Discordanze di genere ancora più elevate – sottolinea Giovanni Dini direttore Centro Studi Cna Marche – interessano gli inattivi scoraggiati, quelli che non cercano un lavoro anche se sarebbero disponibili a lavorare: alla fine di giugno 2018 gli uomini in tale condizione sono calati del 50% (da oltre 10mila a 5.316) ma le donne sono cresciute di oltre il 55% (da 8.356 a 13mila). Il fenomeno dei Neet (persone scoraggiate, per lo più giovani, hanno perso al speranza di credere nel futuro) sembra ormai caratterizzare  le donne che superano decisamente il doppio degli uomini nella stessa condizione”.

Se in un anno sono stati creati 41.200 posti di lavoro, la maggior parte dei nuovi occupati, secondo il Centro Studi Cna Marche, sono lavoratori dipendenti (+31.799) mentre gli indipendenti crescono di 9.403 unità.

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