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ANCONA – Presentata un’interrogazione per chiedere alla Giunta regionale un impegno contro lo stoccaggio di biossido di carbonio nel tratto di mare tra Senigallia e Fano: i Verdi dicono no all’anidride carbonica sotto il mare adriatico.

 

CARDOGNA – “Siamo di fronte all’ennesimo rischio di scempio del mare Adriatico. Dopo la raffineria, i rigassificatori, le armi chimiche abbandonate, le trivellazioni, il trasporto marittimo oltre ogni limite di sostenibilità, l’inquinamento prodotto dai fiumi, l’urbanizzazione pressoché totale delle coste, ora anche il probabile stoccaggio di biossido di carbonio. Quanto ancora dovrà sopportare questo piccolo mare che ogni giorno di più, grazie all’uomo, rischia di morire? Forse è giunto il momento di dire basta! il metodo non dà garanzie alcune e il rischio che si corre è quello di trovarci tra qualche anno di fronte a fughe di gas tossico difficili da tamponare “. Queste le dichiarazioni a caldo del consigliere regionale dei Verdi, dopo aver appreso che la Società Indipendent Energy Solutions, ha presentato istanza al Ministero dello Sviluppo Economico per ottenere una licenza di stoccaggio di biossido di Carbonio, sotto i fondali marini nel tratto di mare compreso tra Senigallia e Fano.

IL PUNTO – Cardogna con l’ interrogazione chiede alla Giunta di conoscere quali sono le sue linee di indirizzo e le sue strategie sulla presenza di questa istanza formulata dalla Indipendent e come intenderà attivarsi nell’ambito della Conferenza Stato – Regioni, al fine di sollevare la problematica ambientale e turistica, visto che il Decreto 162 prevede che prima di dare il permesso, sia valutato il rischio di fuoriuscita del gas e che non sussistono rischi rilevanti per l’ambiente e la salute. Come pure si intende agire in merito al fatto che lo stesso decreto prevede modalità di intesa con le Regioni.