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ANCONA– ”Non si tratta affatto di stravolgimenti, come scritto dalle associazioni ambientaliste, quanto di adeguamenti sugli apparati di gestione delle aree protette finalizzati a una migliore funzionalita”’. L’assessore all’Ambiente della Regione Marche, Sandro Donati, ha motivato cosi’ gli emendamenti da lui proposti, in IV Commissione consiliare, riguardo la proposta di Legge di riordino dei parchi e delle aree protette regionali.

 

L’ ASSESSORE DONATI DICHIARA – “Questo assessorato e’ riuscito a garantire, alle aree protette marchigiane, analoghi finanziamenti a quelli degli anni precedenti, ovvero quasi 3,8 mln di euro che, in tempi di crisi economica, non sono affatto scontati. Riguardo la criticata introduzione dell’incompatibilita’ di consiglieri e assessori comunali, provinciali e regionali di far parte dell’esecutivo dei parchi, Donati ha ribadito si tratta di una ”proposta in linea con i recenti dettami del governo nazionale che chiede minor concentrazione di potere di rappresentanza in mano alle stesse persone. Assessori e consiglieri gia’ rappresentano le loro comunita’ negli organi preposti, e’ bene che si concentrino nell’esercizio di queste funzioni, che gia’ sarebbe tanto”.

IL FATTO – L’assessore regionale all’ambiente rispedisce al mittente le critiche rivoltigli dei giorni scorsi di Federparchi e Legambiente. Motivo dello scontro politico, sono alcuni emendamenti aggiunti dall’assessore all’ambiente Sandro Donati. Emendamenti che sono apparsi a Federparchi Marche e Legambiente, in evidente contrasto, con quanto precedentemente concertato con i rappresentanti delle autonomie locali e delle associazioni. Secondo Il presidente Federparchi Marche Fabrizio Giuliani, tali  emendamenti, andrebbero a limitare ulteriormente il coinvolgimento e le responsabilità del territorio e delle stesse associazioni, nella gestione dei parchi e delle aree protette. Questo significherebbe una cosa sola: svuotamento totale, di ogni autonomia in capo agli stessi enti, mettendone in discussione la ragione stessa di esistenza. Gli emendamenti applicati alla proposta di Legge n. 151, sembrerebbero ancor più ingiustificati dal momento che non sussistono impedimenti di natura economica, gestionali e normative che giustifichino l ‘esclusione delle comunità locali.