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ANCONA – Annullata dunque la tappa di Roma della mostra itinerante sulla libertà di stampa. Si sarebbe dovuta inaugurare nella città capitolina proprio lunedì prossimo a Palazzo Cavalieri, sede di Banca Marche, e si e’ interrotta anche la collaborazione con l’istituto di credito, partner e sponsor dell’iniziativa.

 

Roma sarebbe stata la sesta tappa, dopo Caldarola, Ascoli Piceno, Fermo, Ancona e Jesi.  Successivamente, avrebbe toccato la città di Pesaro e Fabriano per concludersi nuovamente nel piceno, a San Benedetto del Tronto, nella bella location della Palazzina azzurra, attestandosi come uno dei principali eventi culturali dell’estate sambendettese.

I MOTIVI – La decisione di annullare la manifestazione, è stata presa dal presidente dell’Ordine dei giornalisti delle Marche, Dario Gattafoni, “per la mancata condivisione, da parte della Banca – si legge in una nota – di un invito rivolto a una giovane collega, iscritta all’Ordine delle Marche, nata in Italia da genitori siriani, che aveva chiesto di intervenire all’inaugurazione per rivolgere un appello a favore della liberta’ di pensiero e di espressione in Siria dove, nell’ultimo anno, sono stati uccisi 67 reporter siriani e stranieri”.

IL PRESIDENTE DELL’ ORDINE, GATTAFONI – Secondo l’Ordine regionale dei giornalisti, “l’invito rivolto senza una preventiva consultazione, non è stato accettato dalla banca perche’ – ha scritto il responsabile delle pubbliche relazioni – avrebbe trasformato in una iniziativa politica una manifestazione di carattere culturale'”. Gattafoni ha ritenuto “inaccettabile per un Ordine, custode della liberta’ di stampa e di pensiero, chiedere di tacere una sacrosanta voce di dissenso”. “All’interno di una mostra sulla liberta’ di espressione – ha concluso – un appello di pochissimi minuti di una collega, apprezzata autrice di libri, collaboratrice di riviste marchigiane era sembrata un’occasione per valorizzare ancora di più il senso di una iniziativa che è e resta di carattere culturale e che certo non sarebbe scivolata sul terreno politico per questo”.