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CIVITANOVA MARCHE – E’ stato arrestato a Civitanova Marche dai carabinieri, su ordine della procura di Perugia, Paolo Carpisassi, uno dei due responsabili dell’omicidio dell’ex collaboratore di giustizia Salvatore Conte, di Napoli, ucciso a Gubbio nel novembre del 2007. Carpisassi, 47 anni, deve scontare una condanna a 15 anni e otto mesi di reclusione per concorso in omicidio e occultamento di cadavere (Conte era stato sepolto in un bosco). Motivo del delitto per dissapori sulla gestione di un’organizzazione criminale.

 

IL FATTO – Salvatore Conte, ex collaboratore di giustizia, 47 anni, di Napoli, fu ucciso per un regolamento di conti. Carpisassi fu l’uomo che tese la trappola all’ex pentito, ormai ingestibile, Salvatore Conte. Il compagno che lo convinse a salire in auto per andare a vedere un casale a Castel del Piano e poi, insieme al complice Marcello Russo, morto nel carcere di Voghera, gli scaricò un caricatore addosso e lo seppellì nei boschi di Gubbio dove fu ritrovato solo sette mesi dopo da un agricoltore.

L’ ORGANIZZAZIONE CRIMINOSA – Il suo corpo venne trovato il 26 novembre 2007, dal personale del commissariato di Assisi e della Squadra mobile di Perugia nelle campagne di Santa Cristina di Gubbio, nell´ambito di indagini su rapine avvenute in Umbria. I CC scoprirono l’ esistenza di una articolata organizzazione criminale, composta da ex pentiti e dedita, non solo in Umbria, al traffico della droga, di armi ma anche alle rapine. Banda in contatto con mafia, camorra e sacra corona unita pugliese, e della quale, facevano parte anche altri ex collaboratori di giustizia, tra cui il pugliese, Marcello Russo, arrestato per una rapina compiuta a Voghera e alla vigilia di un´ altro colpo in programma il giorno successivo in Umbria, e ritenuto l´esecutore materiale dell´omicidio di Conte.

IN CARCERE – L’ arresto di Paolo Carpisassi, non è l’ unico arresto del caso dell’ omicidio Conte. A finire in manette negli anni : Roberto Salvatore Menzo, capo della banda e mandante dell’omicidio, ed inoltre furono Franco Giametta, 57 anni di Napoli, Giuseppe Riva, 63 anni, e Pietro San Marco, 33 anni, entrambi di Milano. I reati contestati a vario titolo sono quelli di associazione per delinquere, falsificazione di documenti, traffico di armi e spaccio di stupefacenti.