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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – San Benedetto del Tronto, le istituzioni camerali e le associazioni di categoria di Marche, Abruzzo, Molise e Puglia non ci stanno: si mobilitano contro Trenitalia e presentano un documento che analizza le criticità dei collegamenti ferroviari tra le 4 regioni adriatiche del centro–sud.

 

SI CHIEDE A TRENITALIA – Immediato ripristino delle fermate e delle tratte ferroviarie sulla direttrice adriatica, questo è quanto si richiede nel documento, sottoscritto congiuntamente dal sistema camerale e dagli enti locali delle regioni adriatiche del Centro e Sud Italia al termine dell’incontro odierno di San Benedetto del Tronto. Presenti, tra gli altri, il Presidente delle Marche Gian Mario Spacca, l’Assessore ai Trasporti Luigi Viventi, gli onorevoli Oriano Giovanelli e Luciano Agostini, gli assessori ai Trasporti dei Comuni costieri e delle Province, i Presidenti dei Consigli provinciali.

IL FATTO CONTESTATO – Dal 2011 al 2012 a una drastica soppressione di treni in importanti città adriatiche, e molti i danni prodotti al territorio a causa della cancellazione delle tratte. Per velocizzare i servizi a lunga percorrenza, Trenitalia ha penalizzato l’utenza di Marche, Abruzzo, Molise e Puglia, regioni dove si registra il maggior numero di fermate dei treni soppresse. Ciò ha comportato intervalli di fermate sproporzionatamente lunghi, fino a 100 km tra una fermata e la successiva. Oltre che per Ancona, che tra l’altro ha visto la cancellazione di due Eurostar che la collegavano con Roma, nelle Marche risulta particolarmente pesante la penalizzazione per le stazioni di Civitanova , dove sono state soppresse molte fermate per i treni a lunga percorrenza, di Pesaro che registra 41 treni in meno tra regionali e a lunga percorrenza. Da aggiungere inoltre, altro aspetto di grande rilievo, sottolineato nell’iniziativa di San Benedetto, è quello dell’impatto causato da questi tagli sui flussi turistici. I dati forniti da Isnart – IStituto Nazionale Ricerche Turistiche, di Unioncamere ci dicono che i turisti, italiani e stranieri che si spostano in treno sono pari al 7% del totale, quindi circa 1 milione e mezzo di persone sono e saranno disincentivate all’utilizzo del treno, mezzo ecologico per eccellenza e “incentivati” all’utilizzo di mezzi gommati, con conseguente intasamento delle arterie stradali e autostradali e forte impatto ambientale.

A SAN BENEDETTO VA PEGGIO – La stazione della città rivierasca, in particolare, ha subito la decisione di Trenitalia di sopprimere, il 90% delle fermate di treni Eurostar e Intercity passando da 14 fermate a sole 2 fermate giornaliere. E’ stato così declassato, di fatto, un nodo strategico per i collegamenti nord-sud sull’asse costiero adriatico. Uno scalo che ha rappresentato da sempre un punto di riferimento fondamentale per pendolari, studenti e viaggiatori di decine di Comuni della Riviera e dell’entroterra che si vedrebbero privati dall’oggi al domani della possibilità di spostarsi rapidamente in fasce orarie fondamentali in punti nevralgici della penisola come Bologna, Milano, Venezia, Bari.

ATTENZIONE ALLA LOGISTICA INFRASTRUTTURALE – Il messaggio delle istituizioni politiche, tuona nei corridoi del palazzo centrale affinché si ponga rapidamente rimedio alla situazione attuale e si impegni inoltre a considerare con maggiore attenzione il potenziamento della logistica infrastrutturale lungo la dorsale adriatica che, in prospettiva, potrà risultare assolutamente necessaria e strategica in vista della creazione della Macroregione Adriatico-Ionica. Infine nel documento si chiede all’Amministratore delegato di Trenitalia, Mauro Moretti il rapido ripristino delle tratte e delle fermate soppresse

IL PRESIDENTE SPACCA – “L’impegno della Regione che non mancherà anche in futuro”: lo ha garantito il Spacca, il quale ha ricordato che “la Regione Marche da a Trenitalia 40 milioni l’anno per avere servizi che vanno migliorati”. Per esemplificare i disservizi esistenti, Spacca ha citato una Email ricevuta da uno studente che ha descritto un viaggio in treno ieri sulla dorsale adriatica “stretti come sardine, passeggeri fatti scendere a san Benedetto come condizione per proseguire la corsa perché i passeggeri erano troppi”.