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ANCONA – L’ipotesi, lanciata dal sindaco di Ancona Fiorello Gramillano, ha subito dato il via a polemiche infuocate: conferire in proprietà alla futura Fondazione dei teatri Muse e Stabile, l’edificio del teatro delle Muse. Il Comune – spiega il Corriere Adriatico – recederebbe dalla fideiussione a garanzia dei finanziamenti concessi allo Stabile da Banca Marche (in debito di 2,6 milioni di euro) e passerebbe la proprietà delle mura di Muse e Stabile alla Fondazione, così la banca sostituirebbe la fideiussione con l’ipoteca sugli immobili.

IL DISSENSO DI CGIL MARCHE – La Slc Cgil della Marche esprime il proprio dissenso rispetto all’ipotesi di chiusura della Fondazione delle Muse e la creazione di una fondazione unica tra Muse e Teatro Stabile delle Marche. “Nessuno si sta occupando – sostiene Vilma Bontempo, segretaria generale Slc – delle conseguenze sul piano occupazionale in quanto la chiusura della fondazione delle Muse significa la rinuncia alla produzione lirica e quindi meno posti di lavoro, meno risorse dal Fus, nonche’ la rinuncia di Ancona al ruolo di citta’ capoluogo di regione”. Secondo il sindacato “l’operazione ventilata per il Teatro delle Muse rappresenterebbe un impoverimento del patrimonio della citta’ dorica : occorre infatti ricordare che il teatro appartiene alla citta’ di Ancona mentre lo Stabile ha una governante piu’ ampia”. Per Vilma Contempo inoltre, “si sta parlando di chiusura della Fondazione proprio nell’anno in cui il teatro ha chiuso con un utile di bilancio”.

GIOVANNI ZINNI – “Sono esterrefatto – dice Giovanni Zinni Consigliere Regionale e Coordinatore Grande Città di Ancona de Il Popolo della Libertà – Il Teatro delle muse è stato costruito con i soldi pubblici ed è di proprietà del Comune, Ente Pubblico Locale che rappresenta i cittadini. Trovo indecente ipotizzare un danno erariale al bilancio comunale regalando un immobile ad un’associazione privata, come garanzia ipotecaria per dei mutui a scopo culturale. In un’epoca di grave crisi economica, l’unica cosa seria che potrebbe fare il Comune è quella di ridurre le attività teatrali, tutelando semmai le forze lavoro delle due Fondazioni, ma non quella di rischiare di far pignorare un domani il Teatro dalle Banche qualora non si riuscisse a sostenere le rate dei mutui! Le Fondazioni vanno salvate, ma in economia e l’edificio delle Muse deve rimanere di proprietà dei cittadini, a meno che non si abbia il coraggio di venderlo in maniera lecita ai privati: guai a fare operazioni strane! Spero che il Sindaco chiarisca questo imbarazzo, anche perché altrimenti mi troverei costretto a presentare un esposto denuncia agli organi giudiziari”