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ASCOLI PICENO– Dopo la presentazione ufficiale del progetto Ascoli21, finalizzata al recupero dell’Area Carbon da parte della Restart, i Giovani Democratici di Ascoli Piceno esprimono critiche e perplessità ma anche proposte, per un progetto non ancora chiaro e lacunoso. Per i giovani del Pd: “è inaccettabile che un capoluogo di provincia come Ascoli Piceno non abbia un Piano Regolatore Generale come la legge richiede ed è improprio affidare ad una variante la riqualificazione dell’intera ex Area Carbon. L’aspetto positivo di tutta questa vicenda, invece è che esiste un gruppo privato locale che ha deciso di investire in quest’area che rappresenta una grande possibilità di sviluppo per il Piceno. È quindi, ancora maggiore la responsabilità delle istituzioni nel garantire un’armonizzazione tra gli interessi pubblici e privati”.

CRITICITA’ PROGETTO RESTART– Si prosegue,”Il progetto della Restart, sembra non prevedere una revisione del piano infrastrutturale delle strade oltre a non tenere affatto conto del tessuto urbano circostante; non crea relazione tra le nuove costruzioni e la città. In particolare, non mostra una coerenza architettonica e funzionale rispetto allo stadio, all’area del Pennile, alla stazione ferroviaria con la zona nelle immediate vicinanze e al Carburo. Non va dimenticata, inoltre, l’estrema vicinanza al centro storico, per il quale questo progetto ad oggi ci sembra non offrire alcun servizio. Inoltre ci sono delle questioni aperte, sulle quali varrebbe la pena soffermarsi, ricordando che c’è il concreto rischio che con la variante il progetto subisca modifiche strutturali derivanti da una diversa regolamentazione edilizia, che la variante stessa permette”.

LE DOMANDE DEL PD – Le perplessità del gruppo giovanile sono molteplici e a tale proposito si dichiara: Che fine hanno fatto i 30 milioni che sembravano essere a disposizione della scorsa amministrazione provinciale per la riqualificazione infrastrutturale dell’area? La Restart è in grado di bonificare l’area? Quanto tempo ci vorrà per questo? La previsione di spesa e la realizzazione della bonifica sono il passaggio fondamentale per il compimento della riqualificazione dell’area. In mancanza di un rigoroso piano economico dell’intervento il progetto potrebbe arenarsi e il cantiere divenire un’opera incompiuta, trasformando quindi il progetto in un altro problema della città. Che dire poi di tutti quegli operai della ex Sgl Carbon che attendono speranzosi di essere riassorbiti nel mondo del lavoro? A quanti, effettivamente, sarà data questa opportunità? E quanto dovranno aspettare ancora?

POLO TECNOLOGICO, QUANDO?– “Ci sembra incerto il futuro della realizzazione del Polo Tecnologico e Scientifico e delle aree destinate a verde pubblico attrezzato. Il progetto, infatti, prevede la collocazione del Polo Tecnologico nelle aree dove sono attualmente presenti le volumetrie che rappresentavano il cuore della produzione dell’ex Carbon e varie strutture sportive. Vediamo così molto vicina la possibilità che non venga attuato alcun intervento di risanamento. Crediamo, invece, che la realizzazione del polo tecnologico debba andare di pari passo alla realizzazione dei nuovi edifici, poiché è dalla funzionalità del polo che passa la reale opportunità per un nuovo sviluppo cittadino. Resta aperto poi il quesito relativo alle esigenze abitative di quell’area: in questo periodo di crisi ci chiediamo chi effettivamente potrà permettersi di abitare questi appartamenti non soggetti ad edilizia convenzionata, considerato anche che sono già presenti aree edificate a scopo abitativo come il comparto Firenze, Sacro Cuore, e altre sono previste a Monterocco e a Monticelli con il contratto di quartiere, Villa Rendina e Castagneti”.

PROPOSTE– “Crediamo che questa sia un’occasione per impiegare tecnologie innovative e per coinvolgere un grande architetto a cui affidare il progetto: ciò potrebbe garantire la realizzazione di edifici e di strutture che, seppur di grandi dimensioni, possono essere ottime opere a servizio del territorio ed opportunità per lo sviluppo del turismo. L’area potrebbe prevedere, ad esempio, una struttura destinata a parcheggio a servizio del centro storico, permettendo un ampliamento dell’area pedonale dello stesso. Si potrebbe, inoltre, pensare ad una riqualificazione di alcuni capannoni industriali adiacenti alla ciminiera, che potrebbero rappresentare strutture ad uso culturale ed essere valorizzate dal punto di vista dell’archeologia industriale e della storia stessa della città. Dopo una chiara definizione di ciò che sarà concretamente il polo tecnologico, le istituzioni dovranno mobilitarsi seriamente per il progetto, attraverso una ricerca di finanziamenti e la creazione di un coordinamento tra comune, provincia e regione che sia in grado di relazionarsi con i soggetti privati interessati ad operare nel polo tecnologico. Infine, crediamo anche che un’ottima iniziativa da parte delle istituzioni possa essere quella di indire un concorso di idee, che veda come protagonisti in particolare i giovani del territorio. Non va dimenticato, infatti, che nella nostra città ha sede una facoltà di Architettura composta da docenti e studenti certamente in grado di contribuire alla progettazione e alla realizzazione di una genuina e valida idea di città”.

PROBLEMA TRAFFICO– “Il problema dell’ aumento del traffico veicolare, potrebbe trovare come soluzione la prosecuzione di viale Marconi fin dentro l’area del progetto, con conseguente arretramento, già previsto nel progetto elaborato dalla facoltà di architettura di Ascoli, della stazione ferroviaria, anche nella prospettiva di un ammodernamento del collegamento ferroviario Ascoli – San Benedetto fino alla zona Sentina, altra grande opportunità da cogliere per il futuro del Piceno”.