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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è tenuta questa mattina nel quartiere Ponterotto la commemorazione dei partigiani Neutro e Salvatore Spinozzi e del brigadiere Elio Fileni, uccisi nel 1944 dai nazifascisti. Alla cerimonia, organizzata dalla sezione provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi), in collaborazione con l’Amministrazione comunale, hanno preso parte l’assessore Luca Spadoni e Marco Calvaresi, presidente del consiglio comunale di San Benedetto del Tronto, il consigliere provinciale Camillo Ciaralli, il sindaco di Acquaviva Picena Pierpaolo Rosetti, il presidente provinciale dell’Anpi Giannino Oddi e numerose autorità militari.

LA CERIMONIA E IL RICORDO – Dopo la deposizione di una corona d’alloro presso il cippo commemorativo di via della Resistenza, luogo dell’eccidio, Spadoni ha ricordato l’importanza di ricordare date che segnano la storia recente di San Benedetto del Tronto, perché “ricordare il sacrificio di questi figli della nostra terra – dice l’assessore – è un diritto alla memoria che le istituzioni hanno il dovere di celebrare al fine di conservare il ricordo della Resistenza che è il fondamento della democrazia“. Durante la cerimonia, infatti, è stata ricordata la tragica vicenda del 1944, affidando il racconto a Luigi Crescenzi, presidente dell’Associazione Carabinieri di Ascoli Piceno, e al cultore di storia locale Giuliano Chiavaroli dell’Anpi.

LA STORIA DI NEUTRO SPINOZZI – “Neutro Spinozzi era uomo dal fisico atletico, nuotatore con eccellenti risultati nelle competizioni sportive  – ha raccontato Chiavaroli – visse, fin da bambino, il clima dei processi che spesso il padre subiva, con conseguenti arresti, ordinati dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato, con l’accusa di antifascismo e di attivismo sindacale. Di provata fede antifascista si aggregò al comandante Paolini che aveva costituito una formazione partigiana sambenedettese. L’11 giugno 1944 – ha proseguito lo studioso – nel pomeriggio arrivarono nella frazione di Ponterotto alcune camionette dei tedeschi in ritirata che razziavano ogni bene. Rubarono anche la bicicletta ad una donna, Gianna Matassi, che si rivolse a Spinozzi per recuperarla. Neutro Spinozzi si oppose insieme a Salvatore Spinozzi e, in una colluttazione, un militare tedesco rimase ferito ad una guancia. A quel punto iniziò una vera e propria battaglia nella zona che coinvolse anche il brigadiere Elio Fileni il quale però venne catturato, torturato, ucciso e spogliato di tutti i valori. Gli Spinozzi furono colpiti a morte dai tedeschi che infine si portarono verso il centro abitato sparando all’impazzata, minacciando e sequestrando la popolazione residente nella zona. La guerriglia terminò quando i tedeschi accertarono che non si trattava di un’azione partigiana e che l’incidente era stato causato da un loro camerata: il tenente di pattuglia ordinò quindi il rilascio degli ostaggi. Le salme dei caduti vennero tumulate nel civico cimitero e oggi li ricordiamo per l’eroico gesto di difesa dei cittadini sambenedettesi”.