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CUPRA MARITTIMA – Parco Archeologico a Cupra Marittima, presentato lunedì mattina il percorso sinora fatto e quanto ancora c’è da progettare per la realizzazione di questo grande progetto. Il parco, infatti, potrebbe rappresentare una ricchezza che caratterizzi il territorio cuprense, rendendolo punto di riferimento nella riviera per valore culturale e turistico. Più volte è stato ricordato il Soprintendente ai Beni Archeologici delle Marche Giuliano De Marinis, scomparso recentemente, che credeva fortemente nel Parco Archeologico di Cupra; ora tutte le forze in campo sperano di poter concludere queste operazioni di scavo per poter terminare la realizzazione di questo valido progetto.

L’INCONTRO – Il sindaco Domenico D’Annibali, l’assessore alla cultura Luciano Bruni, la responsabile della Soprintendenza Archeologica delle Marche Nicoletta Frapiccini, la professoressa Elena Di Filippo Balestrazzi, l’archeologa Marta Miritello e lo staff dell’Archeoclub di Cupra si sono incontrati per fare il punto della situazione. L’incontro si è tenuto nella foresteria realizzata all’interno del Parco Archeologico; presenti Luigi Paglialunga del Progetto Arcus, finanziatore degli scavi del Parco Archeologico, Giovanni Gorini del Comitato Scientifico dell’Università degli Studi di Padova, Carlo Venturi a rappresentare la Diocesi di San Benedetto, il vice sindaco di San Benedetto Eldo Fanini, il sindaco di Massignano Marino Mecozzi, l’assessore alla cultura della Provincia di Ascoli Andrea Maria Antonini, Pietro Colonnella, e alcuni cittadini.

LE IDEE E LE PROSPETTIVE – L’assessore alla cultura Luciano Bruni ha aperto la discussione spiegando che “l’area è stata scavata per la prima volta nel ‘700 e grazie al lavoro costante dell’Archeoclub dal 1970 negli anni ’90 ha visto l’attenzione delle Istituzioni; ad oggi per le sue caratteristiche storico culturali è diventato ufficialmente Parco Archeologico”. Sono quindi risultati fondamentali per il piccolo Comune la collaborazione di entri e privati che hanno permesso di dare alla luce e rendere fruibili tutti i reperti della zona. “Abbiamo ereditato un lavoro fatto precedentemente – spiega il sindaco D’Annibale – e ci siamo resi conto che era necessario reinvestire ancora per far vivere come si deve il Parco Archeologico. Lo scopo è realizzare un progetto utile a tutta la società e alle generazioni future, renderlo un bene per tutto il territorio”.

IL PATRIMONIO STORICO – Nicoletta Frapiccini, in quanto responsabile della Soprintendenza Archeologica regionale, ha sottolineato come sia importante che questi reperti vengano alla luce e vengano resi fruibili. “Stiamo facendo scoperte che mettono in discussione molte cose. – aggiunge l’esperta – Il lavoro necessita assolutamente di essere portato avanti. Siamo di fronte a un patrimonio storico che non possiamo perdere“. A illustrare come si è proceduto con gli scavi è stata poi l’archeologa Miritello che ha descritto passo per passo come si sono orientati gli interventi di scavo nel settore Est dell’area a ridosso dell’edificio chiamato basilica, in parte già scoperto dai vecchi scavi, sottolineando il ritrovamento di reperti risalenti a diverse epoche, assolutamente da verificare con altri scavi.

LA VISITA GUIDATA – Successivamente il nutrito gruppo ha accompagnato i presenti in una breve visita guidata degli scavi per poi recarsi al laboratorio di ricerche. «Qui – ha spiegato la professoressa Balestrazzi – avviene la parte complessa del lavoro, ovvero la pulizia, il restauro e il disegno di ogni pezzo che è anche accompagnato da una schede descrittiva per la catalogazione. Sono operazioni indispensabili se vogliamo contribuire a fare storia. Il laboratorio, infatti, è uno strumento di preparazione e conoscenza che aiuta a tracciare una linea ben precisa da seguire. L’ideale sarebbe allestire una mostra che non si limiti a dire quello che abbiamo trovato ma anche come abbiamo lavorato, una vera e propria storia di quanto è stato fatto”.