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ASCOLI PICENO – Il sindaco Guido Castelli torna sulla questione sanità approfittando della conferenza dei sindaci dell’area Vasta 5 svoltasi ieri ad Ascoli. “Come ben noto a tutti il sottoscritto ha deciso di non partecipare alla conferenza in quanto il Presidente Gaspari non garantisce equidistanza dalle problematiche di competenza della conferenza. Castelli, dunque, ieri non c’era. In compenso era presente la Sig. Emili Loredana che a tutt’ora, se la memoria non mi inganna, non è ancora sindaco di nulla”.

LA LETTERA APERTA DEL SINDACO CASTELLI – “La domanda che dovrebbe nascere spontanea è: perché il sindaco di Ascoli non c’era mentre invece era presente la signora, la quale – sia detto incidentalmente – è anche moglie del consigliere regionale Perazzoli? Io sono solo un sindaco che ogni giorno lavora duramente per affrontare i molti problemi della città e per sostenere un territorio sfinito dalla crisi del lavoro e composto da molte famiglie che non riescono più a far fronte ai bisogni primari. Ai miei occhi i cittadini non hanno colore o bandiera. Per me sono tutti miei cittadini: di sinistra, di destra, di centro, tutti uguali. E allora mi chiedo: per il PD di San Benedetto , per il sindaco di San Benedetto quali sono invece le esigenze primarie?

La salute pubblica è un esigenza ed un diritto fondamentale perciò deve funzionare e funzionare bene a servizio del cittadino. La classe dirigente di un territorio si deve occupare solo e soltanto della qualità e della professionalità da garantire all’utenza. Al contrario, dalla lettura delle cronache e dall’andamento delle riunioni dedicate ai temi sanitari mi pare che – a fronte dei mille problemi dei nostri servizi – il PD abbia deciso di occuparsi a spada tratta della vicenda riguardante  una sola persona e cioè della Signora Emili che tra l’altro – rispetto a tanti altri cittadini – non mi pare versi in una condizione di particolare bisogno: è occupata da sempre nell’area vasta 5, è stata assessore comunale ed è attualmente capogruppo del PD a San Benedetto. Tra l’altro in famiglia può confidare sull’appoggio di un consigliere regionale del PD, già autorevolissimo sindaco di San Benedetto negli anni ’90.

Parliamo di una situazione ben diversa, dunque, da quella di coloro che si trovano a rischio di cassa integrazione, mobilità o licenziamento. Adesso per il PD diventa un caso di cui discutere di fondamentale importanza tanto da riempire le pagine della cronaca locale ( e tanto da rallentare il lavoro ordinario della politica) il fatto che la signora Emili venga incaricata di andare in un ufficio dopo averne fatta esplicita richiesta, ma lei in corso d’opera cambia idea ed in quell’ufficio non ci vuole più andare, forse perché manca l’aria condizionata? O la scrivania non è di suo gusto?

Siamo seri e chiediamo ai cittadini che transitano per i pronto soccorso se l’aria condizionata è di loro gradimento o sono di loro gradimento le lunghe attese diventate quasi la norma o se il pensionato è contento di aspettare mesi e mesi prima di effettuare un esame oppure vogliamo chiedere a quei ragazzi che fanno volontariato ( molti laureati a pieni voti ) nella speranza di poter avere un lavoro di sostituzione di qualche mese se tutto questo è di loro gradimento. Bene, se per il PD il caso Emili è un caso ,un problema,  siamo contenti di dire che per noi i problemi sono ben altri.