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ASCOLI PICENO – I Giovani Democratici rispondono per le rime alle accuse mosse nei loro confronti dal Capogruppo PD del Consiglio Comunale di Ascoli Piceno Stefano Corradetti. La nota di risposta è a firma del segretario GD Francesco Di Vita e di Francesco Ameli.

VOTI IMPORTANTI PORTATI AL PD – Ecco dunque alcuni stralci del comunicato. “Non c’è limite alla vergogna. Chi ci rimprovera della mancanza di direzione politica è la stessa gente responsabile di aver portato il PD al 18% alle scorse amministrative. Sono le stesse persone che cercarono di sostituire ed eliminare l’organizzazione giovanile del PD con un non meglio definito “Comitato dei giovani per l’unità della sinistra ascolana”, nato e morto in quella campagna elettorale. Ciò nonostante, i GD con grande senso di responsabilità, si impegnarono in campagna elettorale portando in dote alla lista del PD circa 350 voti , tra i due candidati Francesco Ameli ed Angelo Procaccini. Invitiamo Corradetti, se ne sente la necessità e se vuole ulteriori chiarimenti, a stimolare un dibattito interno nelle sedi adeguate del partito, e non sulla stampa come purtroppo sembra sia abituato a fare. E la smetta con l’accusarci di essere vecchi, proprio lui che da quasi quindici anni siede in consiglio comunale e che ha più volte in passato ricoperto incarichi di direzione politica: provi, invece, a stimolare un confronto di idee tra le diverse generazioni che animano il partito”.

FALSE ACCUSE – “Sfido Corradetti a dimostrare le false e gravi affermazioni rivolte nei miei confronti sui mai esistiti incontri presso la sede di Casapound tra me e il sindaco Castelli, alla ricerca di fantomatiche convergenze politiche”. Continua l’esponente nazionale dei GD: “anzi, non avendo poltrone alle quali aggrapparmi e non dovendo difendere alcun interesse particolare, sono pronto a lasciare ogni incarico politico nel PD e nei GD qualora venisse dimostrato con prove certe quanto affermato; se così non fosse, sarei curioso di sapere se farebbe altrettanto chi queste accuse gravi ha lanciato. Questa vicenda lascia l’amaro in bocca soprattutto perché a lanciare questa accusa ignominiosa che tenta di mettere in discussione la mia onestà intellettuale, ancor prima che politica, è un “compagno” con cui ho condiviso i miei primissimi anni di militanza politica”.