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ROMA – La questione sul taglio delle Province tiene banco da diversi giorni. A tal proposito, il Governo risponde a Luciano Agostini e ad Amedeo Ciccanti, giunti nella Capitale per discutere del decreto crescita. La linea tracciata è ormai definita, al massimo potranno esserci delle piccole modifiche in corso d’opera, ma non si andrà oltre.

LA RISPOSTA DEL GOVERNO –“Ci sono tensioni politiche di tipo territoriale sul decreto che taglia le province che si scaricano sui senatori, con conseguenti forti pressioni sul governo perche’ si torni indietro, ma indietro non si torna”. Sono le parole ferme di alcuni uomini di governo con cui si sono confrontati i Deputati Agostini e Ciccanti durante il dibattito sul decreto crescita. “Saranno probabilmente fatti alcuni ritocchi sulle mono province regionali e sugli accorpamenti delle province di area metropolitana per evitare duplicazioni illogiche – e’ stato affermato – ma non si andrà oltre rispetto ai criteri di cui alla delibera del Governo sui criteri di accorpamento”.

AGOSTINI E CICCANTI – “Ci sembra – hanno sottolineato i due parlamentari piceni – che qualunque azione
dissuasiva sia stata messa da parte sia dall’UPI che dall’ANCI per evitare l’abrogazione totale, ma anche perche’ l’85% degli italiani sono favorevoli al taglio delle province e di questi elementi di valutazione se ne dovra’ tenere conto, Regione Marche compresa, a prescindere dalle spinte particolaristiche”.