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ASCOLI PICENO – L’eventuale nascita della Macroprovincia Marche Sud sta facendo discutere da diversi mesi a questa parte. A tal proposito l’Unione di Centro di Ascoli Piceno presenterà una mozione dove lancia la propria proposta: quattro province(Ancona, Pesaro Urbino, Macerata, Ascoli Fermo). Quindi resterebbe la provincia di Macerata e Ascoli e Fermo si ritroverebbero sotto lo stesso ente. Questo quanto illustrato stamane durante la conferenza stampa tenutasi presso la sede ascolana dell Udc appunto.

PARLANO CICCANTI E CORRADETTI – “Ascoli capoluogo dell’ipotetica provincia Marche Sud è importante – illustra l’onorevole Amedeo Ciccanti– ma la nostra proposta di ottenere 4 province l’abbiamo avanzata per evitare molte preoccupazioni presenti e future. Ascoli in questo deve adottare una strategia generosa a differenza di Fermo, che al contrario sta dando vita ad una battaglia isolata. La nostra idea aggrega e si fa carico di problemi sistemici di tutto il territorio. La problematica in questione verrà affrontata anche in un Consiglio Provinciale aperto che si terrà il prossimo 6 settembre”. Ciccanti ne ha anche per il Pdl e per il Pd: “Ci sono due diverse scuole di pensiero. Il Popolo delle Liberta prenderebbe atto delle quattro province, ma ne preferirebbe tre. Mentre il Partito Democratico accetta le tre province, ma sostiene che la situazione ideale sarebbe quella delle 4 province. Con questi ultimi ci troveremmo in sintonia”.

 Sulla stessa lunghezza d’onda di Ciccanti, anche l’altro esponente del partito Sergio Corradetti: “Dividere il territorio regionale in 4 province è sicuramente la soluzione più equa. Si tratta di una proposta costruttiva che mette da parte i vari campanilismi che inevitabilmente si sono venuti a creare”.

TAPPE RIORDINO PROVINCE – La famosa spending review prevede anche il riordino delle province e delle loro funzioni. Sono 64 le province in tutta Italia ad essere interessate dal provvedimento. Per le regioni a statuto ordinario(tra cui le Marche) il procedimento di riordino si compone di 4 fasi:
definizione dei requisiti minimi da parte del Governo;

deliberazione da parte dei Consigli delle autonomie locali(CAL) di ogni regione delle “Ipotesi di riordino” con due vincoli: rispetto delle iniziative comunali esistenti di modificare delle circoscrizioni provinciali esistenti al 20/07/2012;rispetto dei requisiti minimi esistenti al 20/07/2012.

Deliberazione di una proposta di riordino da parte delle regioni;

riordino deciso con “atto legislativo” del Governo sulla base delle proposte delle regioni.

La decisione definitiva si dovrebbe avere tra il 10 e il 12 ottobre di quest’anno.
Ricordiamo che per requisiti minimi si intende una popolazione residente di 350mila abitanti e di una dimensione territoriale di 2500kmq.

LA MOZIONE – Ecco alcuni stralci della mozione redatta dall’Udc. “Tenuto conto che una diversa e più restrittiva disposizione di legge, porterebbe alla definizione di una megaprovincia(Ascoli-Macerata-Fermo) di 717.344 abitanti, rispetto ad Ancona con i suoi 481.028 e Pesaro Urbino con 366.963 abitanti. L’eventuale megaprovincia rappresenterebbe da sola quasi la metà della Regione, con grandi difficoltà di programmazione per il recupero degli squilibri socio-economici, i quali tenderebbero al contrario ad ampliarsi. Ritenuto di dover indicare ai rappresentanti delle istituzioni locali presenti al Cal regionale, con particolare riferimento al Presidente della Provincia di Ascoli Piceno, ai fini dell’assunzione delle proprie responsabilità di voto:

di sostenere ‘una ipotesi di riordino’ delle province marchigiane basato su quattro province, quindi del mantenimento della Provincia di Macerata;

di chiedere una nuova deliberazione, ovvero la revoca sulla base di tale orientamento organico e di riequilibrio del territorio regionale, della Delibera del Consiglio delle autonomie locali regionali del 25/07/2012, con la qual si chiede al Presidente della Giunta regionale delle Marche, di promuovere ‘la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte Costituzionale’ dell’at.17 dinanzi richiamato, stante l’evoluzione, rispetto ad allora, delle valutazioni politiche sul nuovo assetto regionale basato su quattro province.