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ANCONA – Ecco cosa sta per cambiare. Oltre alla geografia delle Province, il decreto legge approvato oggi dal Consiglio dei Ministri apporta una vera e propria riorganizzazione – annunciata – agli enti di area vasta del Paese. Si definiscono i tempi precisi per l’avvio del riordino delle Province e delle dieci città metropolitaneche. Il numero delle province delle Regioni a statuto ordinario si ridurrà da 86 a 51. Discorso invece rimandato per quelle a statuto speciale. Per le Marche via libera al riordino a tre annunciato già da tempo, con la costituzione della Macro-Provincia Macerata-Fermo-Ascoli Piceno. La riforma sarà attiva a partire dal 2014 e a novembre del 2013 si terranno invece le elezioni per decidere i nuovi vertici. 

VIA LE GIUNTE DA GENNAIO –Dal primo gennaio prossimo le giunte delle Province italiane saranno soppresse e il presidente potrà delegare l’esercizio di funzioni a non più di 3 consiglieri provinciali. E questo fino a quando il sistema non andrà a regime nel 2014. Il riassetto non prevede comunque che siano nominati dei commissari nella fase di transizione. Solo da un eventuale inadempimento dell’obbligo nei termini potrebbe scattare la nomina di un commissario ad acta per garantire i passaggi intermedi funzionali alla transizione. Resta fermo il divieto di cumulodi emolumenti per le cariche presso gli organi comunali eprovinciali. Resta ferma anche l’abolizione degli assessorati. Infine gli organi politici devono avere sede esclusivamente nelle città capoluogo.

CONSIGLI PROVINCIALI E UFFICI – I membri del consiglio provinciale saranno sedici nelle province con più di 700mila abitanti, dodici in quelle con una popolazione tra 300mila e 700mila abitanti e dieci nelle altre. Il riordino delle Province è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo (prefetture, questure, motorizzazione civile ) in base al nuovo assetto. Dunque anche gli altri uffici su base provinciale saranno di fatto dimezzati.