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ASCOLI PICENO – “Sono già passati 5 anni da quel maledetto venerdì 28 dicembre 2007, quando per la rottura della condotta principale dell’acqua potabile avvenuta in località Tallacano, il Comune di Ascoli e quelli dell’intera Vallata del Tronto rimasero per giorni, nel clou delle stesse festività natalizie, senza acqua, con tanti disagi per tutti i nuclei familiari, ma soprattutto per le attività commerciali e di pubblico esercizio, messe in quel periodo di possibili maggiori introiti, letteralmente in ginocchio. E su quell’episodio non è stata ancora scritta la parola fine”. Il commento è del direttore Confcommercio Giorgio Fiori sul grave episodio che paralizzò un’intera città proprio nel periodo a cavallo tra Natale e Capodanno.

A CHI CHIEDERE I DANNI ? –  “La Confcommercio ed i suoi associati non hanno mai rimosso dalla memoria quelle ore di apprensione e di vera angoscia di fine 2007 pur se incredibilmente, a distanza di anni, non si conoscono a tutt’oggi i veri responsabili degli ingenti danni subiti da tanti bar e ristoranti ed esercizi commerciali in genere i quali chiedono ancora di essere adeguatamente risarciti”. “A ridosso dell’evento – ricorda Fiori – effettuammo un’indagine ricognitiva censendo circa 70 imprese concretamente danneggiate dall’improvvisa mancanza di acqua le quali, attendono a ragione, dopo 5 anni, risposte e di conoscere almeno i responsabili a cui appunto richiedere i danni”. “Non si dimentichi infatti – stigmatizza Fiori – che l’acqua dei serbatoi si esaurì ben presto per l’emergenza protrattasi per più giorni e che nonostante i tempestivi rifornimenti “volanti” alcuni pubblici esercizi furono costretti addirittura a chiudere, anche per l’inagibilità delle toilette”.

INCONTRO CON IL CIIP –“Noi di Confcommercio – conclude Fiori – non abbiamo mai accusato nessuno della responsabilità di un tale disastro, ma certamente non dimentichiamo ed attendiamo che si addivenga ad una ragionevole conclusione, senza restare nel frattempo con le mani in mano per evitare di incorrere nel solito rischio prescrizioni, tanto che abbiamo in animo di incontrare a breve il vertici del Ciip, per tentare di dipanare una tale ingarbugliata matassa e quindi scongiurare il rischio, come accade troppo spesso in Italia, che alla fin fine non si trovi mai alcun colpevole”.