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A scatenare la furia omicida di Salvatore Parolisi sarebbe stato il movente sessuale. Melania Rea sarebbe infatti stata uccisa da suo marito per aver rifiutato un rapporto sessuale. E’ la conclusione del giudice di Teramo, Maria Tommolini, sintetizzata nelle motivazioni della sentenza depositata in tribunale. Secondo il giudice il caporal maggiore dell’Esercito condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio della moglie il 18 aprile 2011. Un delitto d’impeto dunque, che non avrebbe nulla a che vedere con le relazioni extra coniugali di Parolisi. Nella ricostruzione fornita dal magistrato l’omicidio si sarebbe consumato in pochi momenti, quando Melania si è spostata dietro al chiosco della pineta per andare in bagno. A quel punto Parolisi si sarebbe avvicinato alla moglie con delle avances, rifiutate da Melania.

LE MENZOGNE COME PROVA DELLA COLPEVOLEZZA DI PAROLISI – Sempre secondo il giudice Tommolini, “nel tentativo di allontanare i sospetti, Parolisi ha fornito, con proprie dichiarazioni e interviste televisive, una mole di menzogne che, inconsapevolmente, hanno costituito una sorta di confessione. Una mole di menzogne – scrive il magistrato – ha offerto al giudicante una chiave di lettura che ha consentito di ricostruire la dinamica dell’accaduto, il movente e l’effettiva personalità di un uomo che ha vissuto e vive una propria realtà, che prende spunto dal vero, lo rielabora e, quindi, lo eleva a verità tanto da essersi già assolto dai terribili delitti commessi”.

IL RAPPORTO TRA PAROLISI E L’AMANTE LUDOVICA – Nella sentenza di condanna si parla anche del rapporto tra il caporal maggiore e la soldatessa Ludovica Perrone e si afferma che la relazione tra i due era ancora in atto al momento dell’omicidio. Dal 2 settembre 2009, data presumibile dell’inizio del rapporto, al 27 aprile 2011 Salvatore e Ludovica si sono scambiati 5.395 chiamate e 4.012 sms. Il che significa che nei 603 giorni del loro rapporto tra i due c’è stata una media di 8,9 telefonate al giorno e 6,6 messaggi tale da spingere il giudice ad affermare che “vi era da circadue anni una stabile relazione sentimentale ancora in corso”.

PAROLISI UNICO RESPONSABILE DELITTO – Salvatore Parolisi è dunque l‘unico responsabile del delitto di Melania Rea. Per il giudice è il caporal maggiore l’assassino, è sempre lui che ha tentato di depistare le indagini, che ha infierito sul corpo della moglie morta dissanguata dieci minuti dopo che le è stata vibrata la coltellata mortale fra le 35 analizzate.