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ASCOLI PICENO – Ore sette post meridiem i figuranti dei sestieri iniziano ad affollare la piazza antistante la Chiesa di San Vincenzo e Anastasio, il clima è festoso, la città si è asciugata, il cielo non è limpido, arrivano i cavalieri, si scherza tra rivali, si fotografano le dame. Tutto pronto, parte il corteo al suono inconfondibile di tamburi e chiarine. Ritualità e solennità si fondono. Scroscio di pioggia, si aprono gli ombrelli tra gli spettatori ammassati lungo le vie per veder passar i “loro”, che continuano altezzosi il cammino.

 

È già passato. La sfilata avanza, percorrendo le vie principali del centro storico a passo cadenzato fino a giungere al campo dei giochi, dove i cavalieri si confronteranno con il moro. Siamo allo Squarcia, storica cornice della rievocazione. Dopo i castelli che circondano Ascoli, che sfilano ma non gareggiano, ecco fare il loro ingresso i sestieri nell’ordine di vittoria dell’ultima gara, lo scorso agosto. Il primo è Porta Solestà, neo vincitore del palio degli sbandieratori, seguono Tufilla, che ha vinto l’edizione di Luglio dello scorso anno, S. Emidio e Porta Maggiore, i sestieri che da più tempo non conquistano il palio della giostra, la Piazzarola e Porta Romana, sempre molto competitivi.

 

Prima di entrare nel vivo delle tre tornate che proclameranno il vincitore di quest’edizione, la classica “sciamata” (la corsa di tutti i figuranti dal campo dove si sono allineati per i saluti, agli spalti che li vedranno supportare il sestiere d’appartenenza) e l’esibizione degli sbandieratori che, si uniscono da tutti i sestieri, in un numero coreografico e d’impatto nel nome dell’amore per la città, siglato nell’urlo finale: “Ascoli!”, sempre emozionante. Ci siamo. O almeno dovremmo esserci. E invece no. Ricomincia a piovere.

La voce ufficiale dall’altoparlante puntualizza che – viste le condizioni climatiche – sarà sufficiente una tornata completa a validare la giostra. Dopo qualche minuto, annuncia che si aspetteranno quindici/venti minuti per iniziare o rimandare l’evento. Distesa di ombrelli aperti che spuntano come funghi in tutti i settori si mischiano all’impazienza, mentre cala la notte. Pochi minuti e il cielo clemente si rasserena. Finalmente il torneo prende il via. Sarà la giostra dei colpi di scena, delle esclusioni, dove oltre il tempo e i punti conteranno i nervi saldi.

In campo Luca Innocenzi, il vincente cavaliere di Porta Solestà in sella alla fida Dorillas. È il favorito. Tornata brillante, tempo bassissimo, tre centri al bersaglio. Ops, due penalità. “Colpo di scena” tuona dall’altoparlante. Bandiera nera, la tornata è nulla. La gioia sfrontata di tutti gli altri sestieri e dei rispettivi tifosi invade l’aria. Lo sgomento dei solestanti è totale. Si procede: è la volta dell’esoridente Jacopo Rossi che dopo tanti anni farà assaporare la vittoria al sestiere di Sant’Emidio, che fa una buona prima tornata.

A seguire come ordine e come punteggio assaltano il moro Porta Romana, la Piazzarola e Porta maggiore. Chiude la prima tornata Massimo Gubbini di Porta Tufilla che nonostante l’esperienza e la bravura, con Skipping Dancing, avrà la stessa sorte del rivale Innocenzi: tornata nulla anche per i rosso neri. Se il buongiorno si vede dal mattino, sono quattro i sestieri che ancora possono contendersi la giostra, ma scopriremo che non sarà così.

Seconda tornata, Portà Solestà cambia cavallo e si fa carico della penalità che ne deriva, e fa la sua prova. Tutto liscio, così come per Sant’Emidio, che si mantiene in testa e Porta Romana, subito dietro. È il turno del giovane Denny Coppari: in corsa la sua Danny Devious si infortuna.
La folla sussulta, il cavaliere scoppia in lacrime, in campo l’ambulanza veterinaria.
Dopo lo spavento iniziale, si annuncia che il cavallo non sarà abbattuto, si è solo stirato un tendine.

La giostra s’interrompe e il tempo si dilata: per far uscire il cavallo. Si riprende con l’ascolano Guido Crotali, anch’egli esordiente. Cinque le penalità, dubbia la validità della sua gara ma alla fine la tornata non è sarà dichiarata nulla, e il sestiere con meno palii di tutti (solo due vinti) tira un sospiro di sollievo. Siamo di nuovo ad uno stop, per attendere il ritorno dell’ambulanza, che ha portato via il cavallo bianco-rosso. Passa un’altra mezzora. Siamo fuori tempo massimo. È l’imprevedibilità a far da protagonista. Ultima trance: Porta Tufilla chiude la seconda tornata. La sua prova questa volta è valida, ma i risultati niente di che: tempo alto e tre penalità. 

Velocemente, al via la terza tornata, quella decisiva. I partecipanti si dimezzano: si ritirano dalla competizione Porta Maggiore e Porta Tufilla, unitamente alla Piazzarola che aveva anticipato che non avrebbe continuato la giostra dopo l’incidente della cavalla. Si inverte l’ordine di gara: dall’terzo al primo. Innocenzi fa il miglior tempo dell’intera giostra, ma non basta a raggiungere Sant’Emidio, corre Emanuele Capriotti e la sua performance è decisamente al di sotto delle aspettative, colpa dei due ottanta al bersaglio. Siamo in chiusura, c’è poco da fare, Sant’Emidio ha la vittoria in mano. Rossi non deve che far la sua tornata nel modo più tranquillo possibile ed è fatta. Ma ancora una volta, succede l’impensabile. All’ultima curva esce di pista ed è tornata nulla.

Urla, lacrime e tristezza tra i figuranti e i tifosi verde rossi che speravano di riportare il palio tra le mura del centro storico. “Ne rimarrà solo uno”, non è questo lo spirito della giostra ma è quanto è accaduto: unico rimasto con tre tornate su tre portate a termine, vince il settimo palio della sua carriera picena Emanuele Capriotti, portando a quota 14 palii il Sestiere di Porta Romana, che esce dallo Squarcia tra i cori e gli applausi. Una Quintana, insolita, falsata – hanno detto in tanti – dal meteo soprattutto. Speriamo che la prossima edizione, il 4 agosto, veda tutti i sestieri sfidarsi fino all’ultimo e che vinca il migliore.