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MONTEPRANDONE – La centrale a biomasse, su cui il Comitato “Aria in Trasparenza” conduce da mesi una battaglia per evitare la sua messa in funzione, lo scorso 28 ottobre ha improvvisamente iniziato ad emettere una fitta coltre di fumo che ha coperto una vastissima area visibile addirittura dalla Salaria, come testimoniato dai membri del comitato, confermato da giovani che si trovavano nel centro abitato e da alcune signore che passeggiavano sulla pista ciclo-pedonale che lambisce il terreno nel quale la centrale è installata.

Tra conferme e smentite, intervento delle forze dell’ordine, riunioni con il sindaco, il comitato ora interviene con una nota in cui chiarisce con dovizia di particolari ciò che è avvenuto in queste ultime settimane. Le dichiarazioni ripercorrono quanto successo quel lunedì a seguito dell’accensione della centrale: “Abbiamo richiesto l’intervento dei Carabinieri e successivamente avvertito il sindaco per chiedere l’intervento della Polizia Municipale. Quasi contemporaneamente all’arrivo della pattuglia dei Carabinieri con i lampeggianti accesi, il motore della centrale viene spento. I cancelli dell’impianto però rimangono chiusi per i successivi dieci minuti, fino a quando finalmente i due carabinieri intervenuti vengono fatti entrare per i rilievi del caso. In base a quanto disposto dalla Regione Marche (Decreto n.106/EFR) e dalla Provincia di Ascoli Piceno (Determina n.6228), è stabilito che il proprietario dell’impianto deve comunicare al Comune, alla Provincia ed al dipartimento provinciale dell’Arpam la data di messa in esercizio delle fasi lavorative che danno origine allaemissione E1, con almeno quindici giorni di anticipo. Tale comunicazione non è mai pervenuta al Comune di Monteprandone come ci ha confermato il sindaco in una riunione avvenuta presso il suo ufficio il giorno successivo, ed in base ad informazioni pervenuteci ci risulta che neanche la Provincia e il dipartimento provinciale dell’Arpam abbiano ricevuto comunicazione in merito. Quindi abbiamo ravvisato due irregolarità importanti: il mancato rispetto della vigente ordinanza sindacale e il mancato rispetto del decreto del dirigente della P.F. N° 106/EFR, dove si chiede di rispettare le prescrizioni indicate dalla Provincia di Ascoli Piceno con Determina N° 6228 del 18/12/2009.

Riteniamo quindi che tali messe in esercizio dell’impianto siano da considerarsi illegittime, nonché dannose alla salute della popolazione. Alla luce dei fatti sopra esposti, il comitato “Aria in Trasparenza” si è recato nei giorni successivi presso il Comando dei Carabinieri di Monteprandone per presentare una integrazione all’esposto precedentemente inoltrato al Procuratore della Repubblica, allegando una relazione cronologica dei fatti e materiale audiovisivo come prova dell’avvenuta accensione. Abbiamo inoltre provveduto ad inviare le stesse segnalazioni, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, alle seguenti autorità: Corpo Forestale dello Stato, Guardia di Finanza, Regione Marche, Provincia di Ascoli Piceno, dipartimento provinciale Arpam. Solo successivamente, in data 31 Ottobre 2013, la Ditta Urbinati Gianni & C. snc ha comunicato al Comune, alla Provincia di Ascoli Piceno ed al dipartimento provinciale ARPAM, la imminente messa in esercizio dell’impianto di cogenerazione a biomasse a partire dal 18 Novembre.

L’amministrazione comunale ha immediatamente diramato un comunicato sul proprio portale web, dove ricorda che è ancora valida una ordinanza, che di fatto vieta l’utilizzo di olio combustibile, sia BTZ sia vegetale, e sarà valida fino a quando il TAR, presso il quale la Ditta Urbinati Gianni & C. ha presentato ricorso, non si pronuncerà sulla legittimità di tale ordinanza. L’esame del ricorso avverrà in data 12 dicembre. Continueremo a monitorare la situazione per il bene comune e ci riserviamo di intraprendere nuove iniziative nel breve termine, nel frattempo rimaniamo fiduciosi e ci aspettiamo che tutte le autorità sopra citate, nel rispetto delle proprie competenze, intervengano in modo chiaro e deciso riguardo alle irregolarità segnalate”.