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ASCOLI PICENO – Un grande appuntamento con la salute e con il benessere. E’ l’anima del convegno che sabato scorso ha aperto questa edizione di MelaMangioaMerenda, ospitando in una sala Docens stracolma, il dottor Mauro Mario Mariani, ideatore del progetto, Anna Villarini, biologa e specialista in Scienza dell’alimentazione, ricercatrice del dipartimento di Medicina preventiva all’Istituto dei tumori di Milano, Antonello Paparella, professore ordinario di Microbiologia degli alimenti presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Teramo e Massimiliano Ossini.

In sala genitori armati di taccuino e bimbi che hanno assaggiato una merenda genuina con il pane del forno Collina e l’olio di Silvestri oltre naturalmente a tanta frutta. Una platea particolarmente attenta che ha capito – per fortuna – la grande opportunità di avere a disposizione per domande e approfondimenti dei grandi esperti del settore per chiarire assieme dubbi e perplessità non solo in merito alla scelta degli alimenti, ma anche alle questioni più meramente “logistiche” a cominciare dal modo più giusto e indolore per sostituire via via i cibi nocivi (ma particolarmente amati dai bambini) con quelli più salutari. Il segreto? Informazione, consapevolezza e la gioia. 

Focus sui nostri cibi quotidiani, sulla maniera corretta con cui leggere le etichette degli alimenti confezionati per poterla trasmettere anche agli altri. Uno step fondamentale, insomma, per dare la possibilità ai genitori di essere consapevoli delle scelte migliori per loro e i bambini. “Il mio consiglio – ha spiegato Anna Villarini – è quello di documentarsi. Come studiamo noi che vogliamo fare ricerca, devono farlo anche le mamme che vogliono nutrire bene i loro bambini. E poi bisogna ritrovare le tradizioni. Noi mangiavamo tanto cibo integrale, frutta, verdura, legumi. Dobbiamo riproporre questi alimenti senza abituare i nostri bambini a mangiare troppo saporito”. Sulla stessa scia Antonello Paparella: “non bisogna mai smettere di informarsi perché le norme cambiano continuamente. Poi dovremmo perdere un po’ di tempo quando andiamo a fare la spesa, perché se è vero che ne abbiano sempre meno, è vero anche che usare un minuto in più ci fa acquistare un alimento migliore”.

Ma come riuscire davvero a non portare in tavola i soliti cibi? Lo chiarisce il dottor Mariani: “possiamo copiare le buone idee che sono quelle usate dall’industria per vendere. Pensiamo al nome messo sull’etichetta della bottiglia col tappo rosso o del barattolo di quella cosa che un tempo era al 48% nocciole, cacao e zucchero e oggi invece è tredici per cento nocciole e oltre il 31 per cento olio di palma, pericolosissimo. E allora che facciamo? Prendiamo una mela e la chiamiamo Gina, prendiamo un arancio e lo chiamiamo Luigi, insomma diamo un nome alla frutta e ci giochiamo e la portiamo sulla tavola dei nostri figli“.