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ASCOLI PICENO – Nell’ambito del convegno nazionale “Ricerche per la rigenerazione sostenibile dell’edilizia residenziale sociale” che si sa svolgendo in questi giorni nel Convento dell’Annunziata, gli architetti e tecnici del settore stanno approfondendo le ricerche per innovare il settore e fornire risposte all’emergenza abitativa. L’iniziativa, organizzata dalla scuola di Architettura e dalla Società italiana tecnologia dell’architettura, ha visto la partecipazione del vicepresidente della Regione Marche nonché assessore all’Edilizia pubblica Antonio Canzian che ha saputo porre l’accento sull’importanza della rigenerazione sostenibile.

 

“Occorre dopo la soppressione della Gescal avvenuta nel ’98, avere un canale dedicato di finanziamento per il settore. – ha detto Canzian – Da qualche anno le politiche nazionali e regionali si sono mosse nel massimo coinvolgimento dei capitali privati negli interventi di housing sociale. Inoltre, vi è un’alta selettività degli interventi da finanziare con una preferenza nella riqualificazione urbana rispetto alle nuove costruzioni, cercando di utilizzare la leva fiscale per incentivare sempre più l’housing sociale. Per la Regione Marche la casa è una priorità. – continua l’assessore regionale – In questi anni sono stati co-finanziati con fondi regionali tutti i programmi straordinari messi in campo dal Governo centrale”.

 

Con l’istituzione nel 2006 dell’Osservatorio regionale della condizione abitativa e la programmazione per il prossimo anno di un Fondo regionale di garanzia a sostegno dei mutui sulla prima casa, arriva anche la notizia di attivare assieme alle altre Regioni la possibilità di utilizzare le risorse europee del Fondo di coesione, disponibili per il prossimo ciclo di programmazione 2014-2020 anche per il settore Erp fino ad oggi escluso. Il convegno ha messo in luce l’attività dei ricercatori delle Università italiane per rilanciare il settore delle costruzioni. Il dito è stato puntato sulla rigenerazione urbana e ambientale dei quartieri di edilizia residenziale pubblica realizzati tra gli anni ’50 e ’80. Un patrimonio enorme, da quanto è emerso dall’incontro, che oggi è caratterizzato da un tessuto obsoleto eppure di vitale importanza per il futuro di un’ampia fascia di popolazione che manifesta condizioni di disagio economico e sociale. Necessarie le nuove strategie progettuali e le nuove metodologie volte a trasformare le vecchie costruzioni riciclando laddove possibile materiali esistenti che limitino anche l’impatto ambientale, salvaguardando i luoghi delle comunità insediate.