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ASCOLI PICENO – Non sono mancati i colpi di scena durante il Consiglio Comunale straordinario indetto sulla vicenda Coalac. Dapprima circa un centinaio di mezzi, tra trattori e cisterne del latte, si sono radunati nel piazzale antistante lo stadio dando il via ad un lungo corteo organizzato dalla Coldiretti, che ha attraversato gran parte della città. I mezzi agricoli, provenienti anche dal vicino Abruzzo, sono arrivati fino al centro, dopodiché i manifestanti si sono recati al Palazzo dei Capitani, per assistere al Consiglio. Una protesta per difendere la trasparenza ai consumatori della filiera del latte marchigiana, che può essere rilanciata solo garantendo la massima trasparenza della provenienza del prodotto. La paventata chiusura dello stabilimento di Ascoli secondo la Coldiretti, oltre che lasciare a casa i lavoratori, danneggerebbe anche tutti gli allevatori locali ritenuti già sottopagati a fronte della qualità del servizio che forniscono. L’obiettivo della manifestazione era quella di coinvolgere i consumatori affinchè abbiano la trasparenza che il latte, o la mozzarella, consumata non provenga dalla Germania o dall’ Est Europa.

Se la manifestazione degli agricoltori si è svolta nella tranquillità più assoluta diverso il clima all’interno del Consiglio Comunale. Quando dopo quasi un’ora dalla convocazione della seduta, fissata per le 12, i lavori ancora non cominciavano per l’assenza del sindaco Castelli che aveva portato l’ospite d’onore, il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione, a una visita dello stabilimento. I consiglieri del Pd decidevano di abbandonare l’aula, con Antonio Canzian che prendendo la parola ha parlato di totale mancanza di rispetto per le istituzioni, mentre Ameli ha parlato di un inaccettabile comportamento di chi anche in una situazione del genere fa campagna elettorale. Coi banchi del Pd vuoti, Trenta ha invitato a restare uniti per vincere questa battaglia. Con l’arrivo di Guido Castelli è giunto l’invito inviato alla Cooperlat e alle istituzioni a fermarsi e ragionare, perché si devono evitare lotte fratricida tra i territori e perché la chiusura dello stabilimento di Ascoli porterebbe ad un danno alla filiera sia lavorativa che produttiva, oltre che essere uno schiaffo alla tanto rincorsa economia a chilometro zero. Sostegno all’iniziativa è stato espresso anche dal sottosegretario Castiglione, che ha dichiarato di come con la scusa della competitività non si possano penalizzare i lavoratori, che hanno investito sulla qualità e sull’eccellenza, e di come nel prossimo piano di sviluppo saranno studiate misure per evitare tali soluzioni.