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CASTEL DI LAMA – Presente naturalmente anche Guido Castelli agli Stati Generali della sanità picena di questa mattina. Il sindaco uscente di Ascoli ha fatto il punto su alcune variabili che a suo avviso “danno alla sanità di questo lembo della regione un carattere di tipicità”. Si comincia dalla zona di confine, geograficamente connaturata al piceno: “gli accordi di confine qui sono sempre mancati”. Si continua con la presenza, a volte ingombrante, del privato che nel piceno rappresenta il 17% del privato regionale, quindi la variabile organizzativa locale con l’unico caso di integrazione tra due ospedali che alimenta da tempo un conflitto tra territori che non è solo locale, ma si spinge al resto delle Marche”. Infine, l’instabilità della governance locale: “la politica ha l’obbligo di dare stabilità a questo sistema, se ogni anno si cambia il direttore generale si rischia di soccombere. Si diano deleghe e stabilità alle scelte che la Regione fa per questo territorio”.

“Siamo tra le regioni più virtuosi d’Italia – ha spiegato Piero Ciccarelli – grazie a un modello basato sulla semplificazione della catena gerarchica che oggi viene imitato. Senza dubbio ci sono delle difficoltà, ma sicuramente non disequilibri, anzi negli ultimi anni c’è stato lo sforzo di riallocare le risorse in modo razionale. Resta la disponibilità a confrontarsi sulla vera criticità che è il costo del personale”.

Alla voce di Castelli si è aggiunta quella del sindaco di Carassai, Tiziana Pallottini: “Chiedo che si cominci a parlare davvero con gli operatori, cercando di evitare una discriminazione tra le alte Marche e questa zona che c’è sempre stata e continua a esserci. Visto che oggi cè la disponibilità a ripartire collaborando,  prego la giunta regionale di seguire attentamente questo territorio”. “Sicuramente ci confronteremo – ha risposto Spacca – e correggeremo le percezioni errate. La Regione si è fatta carico di ripristinare le risorse che lo stato aveva tagliato ai comuni, l’azzeramento fatto a livello nazionale alle politiche sociale è stato compensato interamente dalla Regione. Scontiamo una cultura di sistema sbagliata, vecchia che non corrisponde più alle esigenze dei cittadini. C’è un problema di carattere organizzativo nel modo in cui le risorse vengono allocate“.