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ASCOLI PICENO – Una lettera aperta in cui il sindaco Guido Castelli risponde a Giovanni Gaspari e al suo invito, rivolto ai sindaci del Piceno, di recepire una bozza di delibera di giunta finalizzata a bloccare il progetto per la realizzazione della sesta vasca presso l’impianto di Relluce. In questo modo il primo cittadino ascolano torna sulla questione e fa una proposta al suo collega sambenedettese: “Indica tu, caro Gaspari, un luogo alternativo nella media o bassa Vallata del Tronto (e comunque fuori dai territori di Ascoli, Appignano e Castel di Lama ) dove – allo stesso prezzo praticato a Relluce e in tempi ragionevoli – sia possibile realizzare una nuova discarica”.

“Caro Gaspari, ho letto con attenzione la bozza di delibera che hai inviato ai sindaci dei comuni invitando gli stessi ad approvarne i contenuti così da impedire o ritardare l’approvazione del progetto per la sesta vasca di Relluce. Come ho già avuto modo di spiegarti, in occasione della riunione dei sindaci dello scorso 11 agosto, la tua proposta è tecnicamente errata, fondata su falsi presupposti e rimanda ad adempimenti, come la convocazione dell’ATA, che non sono attivabili nell’immediato. Almeno sin quando le convenzioni che legano ciascun comune al nuovo organismo non saranno state integrate nei termini indicati dalla deliberazione n. 725 del 16.6.2014 con cui la Giunta Regionale delle Marche ha modificato il testo della convenzione ATA stabilendo espressamente che le funzioni di cui al comma 1 sono esercitate dagli enti locali di cui l’assemblea territoriale d’ambito è espressione con modalità tali da rendere effettivo il vincolo e la capacità degli enti di incidere sulla sua attività.

Non è mia intenzione, tuttavia, avviare in questa sede una disputa giuridica sulle conseguenze delle sentenze n.ri 848/2013 e 114/2014 con le quali il TAR Marche, annullando la previgente convenzione ATA, ha reso (allo stato attuale) illegittima e giuridicamente non praticabile l’attivazione dell’organismo. All’occorrenza sarà la magistratura a decidere le questioni che la politica – con grave colpa – non avrà saputo dirimere. Il problema e il limite insanabile della tua proposta è, in realtà, di natura squisitamente politica e programmatoria. Come già ho cercato di spiegarti, dire no alla realizzazione della sesta vasca in località Relluce senza contestualmente formulare una proposta alternativa di localizzazione di un’altra discarica è da irresponsabili. Ti spiego ancora una volta il perché, anche se temo che mai come in questo caso valga il detto secondo cui non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Con l’esaurimento della quinta vasca di Relluce (dove i comuni del Piceno hanno sinora potuto conferire i propri rifiuti indifferenziati beneficiando del prezzo più basso delle Marche) si aprirà una fase transitoria che non potrà durare più di 4/5 mesi. Dal prossimo gennaio saremo costretti a portare il materiale indifferenziato, prima, all’impianto di trattamento TMB di Relluce e, dopo, alla discarica di Fermo. Il tutto con un aggravio di costo per le nostre comunità territoriali che (anche solo a causa del prezzo di trasporto) non potrà essere inferiore a 30/35 euro a tonnellata. L’esodo dei rifiuti verso Fermo tuttavia, già enormemente più costoso, non potrà essere protratto all’infinito. E allora ? Cosa succederà ai nostri bilanci ed ai bilanci delle famiglie e delle poche imprese rimaste quando i fermani, già poco inclini a ricevere i nostri rifiuti, ci diranno di accomodarci da qualche altra parte? Dove andremo? Per quanto tempo? A quali costi?

Ad oggi l’unica proposta sul campo – con le sue luci e le sue ombre – è la sesta vasca di Relluce. Migliorabile, modificabile, risagomabile sia sotto il profilo tecnico che economico ma comunque, ad oggi, unica soluzione concreta e presente sul tavolo. I punti forti della sesta vasca sono 1) il prezzo di smaltimento (come detto il più basso delle Marche) e 2) la contiguità con l’impianto regionale di trattamento verso il quale, per legge, vanno obbligatoriamente conferiti i rifiuti indifferenziati. Il punto debole, mi si dice, sta nel fatto che l’area di Relluce (sita nel comune di Ascoli ma confinante con Appignano e Castel di Lama ) da troppo tempo subisce una pressione ambientale difficile da sostenere e comune tale da generare una diffusa intolleranza verso l’ipotesi di una nuova vasca per RSU.

Bene, mi voglio fare carico di quest’ultima preoccupazione. È giunta l’ora che il mio Comune e quelli finitimi cessino di essere l’immondezzaio della Provincia. Indicatemi, indica tu caro Gaspari, un luogo alternativo nella media o bassa vallata del Tronto (e comunque fuori dai territori di Ascoli, Appignano e Castel di Lama ) dove – allo stesso prezzo praticato a Relluce e in tempi ragionevoli – sia possibile realizzare una nuova discarica. Siamo amministratori e allora, in modo laico e con la capacità di rinnovare diuturnamente il nostro specifico punto di vista, ci metteremo al tavolo senza barricate.

Caro Gaspari, invece di promuovere improbabili crociate verso il capoluogo, assumiti le tue responsabilità e fai una proposta di localizzazione di una nuova discarica che sia coerente e razionale in termini di costi, tempi e possibilità autorizzative. Io sono pronto ad ascoltare le eventuali proposte. Dire no senza indicare contestualmente un’alternativa non è solo velleitario e strumentale. È anche, per certi versi, profondamente irriguardoso verso tutti coloro che, in questi tempi così difficili, hanno la ventura di fare i sindaci. Il mestiere più bello del mondo. Soprattutto se lo si svolge senza demagogia e secondi fini”.

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