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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Convocata dal sindaco Giovanni Gaspari, si è tenuta questa mattina una riunione operativa per fare il punto sulla ripresa dei lavori di sistemazione della rete fognaria di via Monte Conero e, più in generale, di zona Ragnola. La riunione, alla presenza del presidente del comitato di quartiere, l’ingegner Tonelli della Ciip e la Turla Costruzioni, è servita a chiarire definitivamente che le difficoltà incontrate nei lavori – e che hanno portato ai ritardi più volte denunciati dagli abitanti della zona – sono legati alla complessità dell’intervento, molto superiore al previsto con conseguente necessità di rivedere le condizioni economiche dell’appalto.

La prima parte dell’intervento, già eseguito, nel tratto della via compreso tra la Statale 16 e viale dello Sport ha messo in luce la presenza di enormi ostruzioni lungo lo scatolare che corre sotto la strada, detriti e residui di lavorazioni edili molto difficili da rimuovere anche con l’ausilio di speciali e rarissimi macchinari appositamente fatti arrivare. In alcuni tratti lo scatolare è risultato ostruito per oltre i tre quarti della sua luce. La Ciip e la ditta sono riusciti a trovare la formula amministrativa migliore per poter riprendere l’intervento che vedrà prima di tutto la chiusura di una delle due vasche di sedimentazione previste nel progetto, quella già realizzata nel tratto più a monte di via Monte Conero. Queste due vasche, collocate lungo il percorso della condotta, avranno la funzione di raccogliere i sedimenti provenienti dalle zone collinari che poi potranno essere agevolmente rimossi.

I lavori stanno quindi per riprendere e, verosimilmente, termineranno entro il mese di ottobre. Però il progetto complessivo elaborato dalla Ciip prevede, per la definitiva soluzione del problema degli allagamenti, anche il completamento della vasca di raccolta situata lungo viale dello Sport e il suo collegamento con una condotta che porterà le acque piovane al torrente Ragnola posto più a nord. In questo caso la Ciip dovrà seguire una procedura più complessa a causa delle difficoltà incontrate dalla ditta appaltatrice di questo secondo intervento per cui i lavori potranno riprendere non prima di qualche mese.

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