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MONSAMPOLO DEL TRONTO – Ente di secondo grado, nuova Area Vasta. La definizione più adatta alla nuova Provincia prenderà forma solo nei prossimi mesi e dopo l’elezione del presidente prevista per il 12 ottobre. Stamane il super-favorito Paolo D’Erasmo ha incontrato sindaci, assessori e consiglieri dei Comuni piceni, un’occasione che ha dato modo di far conoscere agli amministratori locali i candidati della lista “Cambiamento e innovazione per il rilancio del Piceno”. Un’assemblea partecipata a cui hanno preso parte i big del Partito Democratico e altri rappresentanti dei Comuni che si riconoscono nella figura e nel progetto del candidato presidente.

PAOLO D’ERASMO – “Da subito abbiamo lavorato in tanti per un progetto alternativo – ha detto D’Erasmo -, diverso, chiaro, di centrosinistra, che vede le forze riformiste unite per il cambiamento. Stiamo provando a intraprendere una sfida politico culturale”.
Incisivo l’attacco al centrodestra: “In questi cinque anni è stato assente nei rapporti con i territori, incapace di programmare, progettare, affrontare l’emergenza dal punto di vista occupazionale, dal punto di vista delle sinergie che dovevano essere instaurate con le comunità locali”.
“Celani – continua il candidato presidente – non ha riorganizzato l’ente. Il nostro obiettivo primario è tentare di salvarlo dal dissesto. La nostra coalizione non può guardare alla singola posizione organizzativa ma deve tenere conto dell’interesse generale”. D’Erasmo tira in ballo anche la questione del personale dirigente: “La Provincia non può più sostenere i dieci dirigenti, dovremmo provare a portarli a tre. Dobbiamo riorganizzarla rispetto a uno schema rimasto ancora cristallizzato al tempo in cui c’erano grandi flussi economici. È questa la grande sfida culturale”. E ricorda alcune emergenze: “Tentare di migliorare la viabilità, la peggiore delle Marche. Mancano le strisce, la pulizia dei tombini. Da parte della Regione deve esserci un intervento straordinario per il Piceno da inserire nel bilancio 2015. Una situazione così, all’abbandono e fuori norma, con oltre cinquanta frane attive, noi non possiamo più permettercela. Dobbiamo riprendere un rapporto con il Ministero delle Infrastrutture, dei Trasporti. L’onorevole Agostini dovrà sostenere tutti i sindaci che hanno deciso di appoggiare il nostro progetto politico”.

“La politica del centrodestra ha mortificato il rapporto con gli enti locali – ha concluso -, basti pensare al problema di Relluce e dei rifiuti. D’ora in poi saranno i sindaci a chiedere di portare avanti iniziative per il proprio territorio, sull’ambiente, sulla cultura, sulle scuole. Siamo l’ultima provincia della Regione nella percentuale di raccolta differenziata”.

L’UDC – Nella coalizione è rappresentata dal candidato consigliere Sergio Corradetti: “Abbiamo condiviso col PD azioni di protesta contro questo modo di gestire dell’amministrazione Celani. La Provincia avrebbe dovuto avere relazioni con gli enti di area vasta, cosa che questa amministrazione non ha fatto, tutto era centralizzato sulla loro persona. Ci sono opportunità che non possiamo trascurare, penso alla costruzione della regione adriatico-ionica. Bisogna creare una rete per valorizzare le eccellenze di tutto il territorio, un vademecum dell’ospite del Piceno e individuare un marchio che possa attrarre turismo”.

LUCIANO AGOSTINI – Presente anche il parlamentare PD che ha voluto aprire il suo intervento ricordando l’errore compiuto nel 2009 con la divisione che si consumò all’interno del centrosinistra: “Il nostro territorio ha pagato a caro prezzo quella rottura – ha sostenuto l’onorevole -, ora possiamo riprendere un nuovo cammino. La Provincia dopo il 12 ottobre sarà ancora questa e dovremo affrontare il prefallimento”. Due sono secondo Agostini le grandi sfide: il risanamento dell’ente e l’opportunità che la nuova legge affida alla Provincia di assumere un ruolo diverso. “Dobbiamo avere una visione, per dare a questo territorio un assetto alternativo”.

GIOVANNI GASPARI – Il sindaco di San Benedetto del Tronto: “Abbiamo bisogno di un interlocutore vero. Quando la Provincia c’è stata, lo ha fatto solo per metterci il bastone tra le ruote. Il compito è difficile. Per ipocrisia direi ‘ce la possiamo fare’, ma in realtà non lo so. Provo a spiegare. Loro lasciano un clima di rottura tra le istituzioni. Quando uno amministra e fa il sindaco comprende che la cosa più importante è la coesione sociale. La Provincia ha lavorato per dividere. Voglio citare il caso eclatante, quello dei rifiuti, a costo di essere paranoico. Un altro problema è quello degli autovelox, si installano solo per fare cassa e contenere il problema finanziario”.

PIETRO COLONNELLA – Il presidente del Corecom ha sottolineato invece la necessità di recuperare la questione delle infrastrutture immateriali: “Non dobbiamo avere solo l’assillo della gestione dell’ente con i conti che conosciamo. Dobbiamo pensare a rilanciare un nuovo patto piceno per il lavoro e lo sviluppo. Serve l’infrastruttura politica e istituzionale. Fondamentali saranno le infrastrutture digitali. Abbiamo bisogno di un Piceno che fa del digitale il proprio futuro. La banda larga che fine ha fatto? E i patti territoriali che fine hanno fatto? Il patto per lo sviluppo?” ha chiesto Colonnella riaprendo alcuni capitoli che si pensavano chiusi.

STEFANO NOVELLI – Per il candidato grottammarese maggiore attenzione dovrà essere data al paesaggio e alla sua tutela, anche grazie alla valorizzazione dei parchi regionali e nazionali presenti sul territorio.

ANTONIO CANZIAN – Il vice presidente della giunta regionale si mostra più cauto nei confronti del futuro della nuova Provincia e ricorda: “Tutti noi sappiamo che la legge 56 del 2014 è una legge di passaggio, che porterà alla riforma costituzionale e all’abolizione dell’ente Provincia. Il principale partito di governo deve cominciare ad affrontare problemi più grandi e avere presente qual è il campo da gioco su cui misurarsi. Dagli incontri col Ministero, mi è parso chiaro che il percorso è quello di uno svuotamento progressivo delle funzioni delle Province. Stiamo andando verso un obiettivo che è ‘altro’ rispetto a quello che ci stiamo dicendo. L’unità di questo partito è fondamentale per affrontare le scabrose scadenze che abbiamo di fronte”.

LUIGI MERLI – Il Presidente del Piceno Consind è tornato invece sulla questione lavoro: “Oggi c’è un problema occupazionale in questa Provincia, i livelli di disoccupazione sono quasi il doppio di quelli delle altre Province della Regione Marche. Uno dei primi problemi è provare a riprogrammare le condizioni per una ripresa economica”.

VALERIO LUCCIARINI – Il sindaco di Offida e presidente dell’Unione dei Comuni: “Il lavoro che ha fatto questo partito è stato grande. Ringrazio Anna Casini per l’organizzazione. Paolo D’Erasmo è un gratificante candidato presidente. I sindaci hanno vissuto sulla propria pelle cosa significa trovare nel presidente della Provincia un competitore politico nel proprio territorio. Tornando al tema dell’Ambiente, non si è determinato un sostegno ai poteri decisionali dei sindaci attraverso la convocazione dell’ATA”. E rispondendo a Canzian, Lucciarini sostiene: “Non sono d’accordo sull’impostazione di marginalità di questo ente. La legge dice che si supera la Provincia come ente istituzionale ma si configura un altro ente che non finirà, che si chiamerà Area Vasta. Sarà un ente di secondo grado che sviluppa la propria azione in modo orizzontale, e non più verticale, con i Comuni. Su turismo, cultura e sport sarà decisiva la sua azione. L’associazionismo di servizi e, perché no, la fusione di comuni, è qualcosa che noi amministratori abbiamo il dovere di pensare? Inoltre, dobbiamo assumere un ruolo più importante rispetto alla Regione. Non ce la facciamo più a essere gli ultimi della ruota”.

VALENTINA BELLINI – L’unica donna a intervenire è la consigliera comunale ascolana, candidata nella lista D’Erasmo: “La parola che abbiamo pronunciato di più è ‘sfida’. Qualcuno la pone come obiettivo di ambizione, qualcuno come maggiore realismo. Dobbiamo provare a governare questa fase di passaggio, i livelli di interlocuzione devono essere costanti, continui. C’è la componente di gratuità in questa impresa che ci carica ancora di più e ci fa mettere realmente il cuore oltre l’ostacolo. Possiamo rendere questo strumento amministrativo della Provincia importante attraverso la responsabilità di prendere su di sé il dissesto che incontreremo, raccogliendo il capitale umano che comunque rappresenta un patrimonio per la Provincia. Bisogna riguadagnare autorevolezza. Questa autoreferenzialità arrogante ha danneggiato Ascoli e poi tutta la Provincia. Il ruolo della città all’interno di un territorio vario e fatto di tanti centri è strategico. Penso a un tema, all’attrattività che il Piceno dovrebbe avere. Il territorio deve diventare globale, importanti sono le infrastrutture immateriali. Il tema dell’edilizia scolastica sarà fondamentale così come una riorganizzazione della realtà scolastica provinciale. Inoltre, permettetemi di dire che, come donna, proverò a portare anche una prospettiva di genere nella gestione dell’ente”.

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