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ARQUATA DEL TRONTO – La Coldiretti lancia l’allarme sul raccolto delle castagne e dei marroni. Produzioni ai minimi storici, un terzo di quella di un decennio fa. Il simbolo e tipico frutto del bosco autunnale rischia di scomparire a causa dei cambiamenti climatici e della presenza dell‘insetto killer “Cinipide galligeno del castagno” giunto dalla Cina in Italia qualche anno fa, con ripercussioni importanti anche nel campo gastronomico. Più della metà delle castagne che troveremo in circolazione quest’anno sono provenienti dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Turchia e dalla Slovenia, con possibili rischi per la salute derivanti dal fatto che spesso vi è mancanza di un sistema trasparente di etichettatura. Nelle locali zone dei Monti Sibillini si registrano quantitativi molto limitati e assenza di raccolta nella maggior parte dei castagneti. Negli ultimi anni è aumentata la lotta biologica al cinipide con l’utilizza del parassitoide “Torymus sinensis” ma per ottenere risultati positivi serviranno diversi anni. Nel frattempo a complicare la situazione c’è anche il fattore meteo che alterna settimane di pioggia incessante con quelle di caldo estivo. La Coldiretti, lanciando l’allarme, chiede alle istituzioni di intervenire in aiuto dei produttori locali, continuando la campagna biologica di lotta all’ormai nota Vespa cinese e intensificando il sistema di controlli alimentari sull’origine delle castagne per evitare che un prodotto estero non adeguatamente controllato sia etichettato come italiano.

LA VESPA CINESE – Il Cinipide gallenico del castagno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu) è un insetto fitofago dell’ordine degli imenotteri originario della Cina. L’insetto, attacca i germogli delle piante ospiti causando la formazione di galle, arrestandone la crescita vegetativa e provocando una riduzione della fruttificazione e spesso anche al deperimento della pianta. La prima comparsa in Europa risulta nel 2002 e da allora si è provveduto ad una pronta azione di contrasto utilizzando l’imenottero parassitoide Torymus sinensis, il quale dovrebbe abbattare il cinipide nel giro di un decennio, come affermano risultati scientifici ottenuti in Giappone.

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