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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – All’indomani del Consiglio Comunale, i consiglieri di opposizione rivendicano a gran voce il proprio punto di vista in merito alla sentenza della Corte dei Conti che coinvolge il sindaco Giovanni Gaspari e il dirigente Germano Polidori.

L’OPPOSIZIONE – Unanime, almeno in minoranza, la necessità di ricercare trasparenza e onestà politica. “Non siamo sorpresi di come siano andate le cose ieri sera – commenta Bruno Gabrielli (Pdl-FI) -. Vogliamo, però, una condotta amministrativa che riconosca il danno erariale da risarcire; la difesa a spada tratta, evidenzia poca capacità critica. La situazione che si è venuta a creare meritava un confronto in Consiglio Comunale”. Inutile, insomma, riesumare progetti per il futuro della città. Per il consigliere Pasqualino Piunti (Pdl-Fi) “i disastri urbanistici sono sotto gli occhi di tutti”.

NESSUNA GIUSTIFICAZIONE – Tra le fila dell’opposizione anche i consiglieri Loredana Emili e Sergio Pezzuoli (ex Pd). “Questa amministrazione prima va a casa e meglio è – commenta Emili -. La sentenza denuncia uno sperpero di denaro pubblico ed è un fatto che riguarda la collettività, la solidarietà va ai sambenedettesi non al sindaco”. Duro il parere nei confronti della maggioranza risultata “fedele all’amministrazione più che leale con i cittadini”. Da Andrea Assenti (Pdl-Fi) la richiesta alla segreteria del Partito Democratico un presa d’atto o un comunicato ufficiale per definire la propria posizione di fronte a questa situazione. Per il consigliere Pezzuoli (ex Pd) sarebbe necessario anche stabilire la posizione del presidente del Consiglio comunale Marco Calversi che “nascondendosi dietro il ruolo super partes si astiene sempre”.

IL SINDACO GIOVANNI GASPARI – Il sindaco Giovanni Gaspari ha rotto il pesante silenzio che ha fatto da padrone durante il Consiglio Comunale. “La condanna di secondo grado ribadisce quanto espresso in primo: io sono chiamato a risarcire il Comune per 119 mila euro, mentre Germano Polidori per 51 mila – spiega il primo cittadino -. La sentenza non è ancora arrivata formalmente, ma mi è stata comunicata il 19 novembre dal mio legale e non potevo ignorarla. È stata inviata la dovuta comunicazione al Consiglio Comunale e inutile il dibattito, la sentenza va applicata”. Qual è lo scenario? Sei mesi di tempo per impugnare il secondo grado di giudizio e dieci giorni per il risarcimento. “Stiamo valutando le possibilità con il mio legale, intanto è stata già contattata la mia assicurazione per le dinamiche del caso”.

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