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APPIGNANO DEL TRONTO – Detto e fatto. La sindaca Nazzarena Agostini aveva annunciato qualche tempo fa di voler trasformare in protesta nazionale la sua battaglia contro i mancati fondi per l’edilizia scolastica, stanziati nel decreto del Fare. Agostini ha inviato una lettera alle 662 amministrazioni pubbliche che hanno ottenuto i finanziamenti previsti, esortando tutti alla mobilitazione, giovedì 4 dicembre alle 11.30 davanti a Palazzo Chigi, per chiedere udienza al Presidente del Consiglio Renzi al fine di ottenere impegni concreti.

LA VICENDA – Il 30 luglio scorso, Agostini inviò una lettera di denuncia per segnalare la volontà da parte del MIUR di finanziare esclusivamente l’importo contrattuale (iva esclusa) riferito ai soli lavori e fu contattata dall’allora sottosegretario Reggi e dalla dirigente del MIUR Montesarchio che la rassicurarono sull’entità del finanziamento e sui relativi tempi di erogazione, che sarebbero stati brevi. L’ammontare iniziale da destinare alla scuola di Appignano si aggirava intorno a 291mila euro, poi diminuito a causa del ribasso d’asta. Intanto i lavori erano cominciati da tempo con soldi anticipati dal Comune. Oggi continuano a non arrivare notizie certe sull’effettiva disponibilità dei fondi, che, secondo quanto riferito al sindaco, dovevano essere trasferiti prima del 5 dicembre, data di chiusura della Tesoreria di Stato.

LA MOBILITAZIONE – Scrive Nazzarena Agostini: “Consiglio di indossare la fascia tricolore e di avvertire tutti i parlamentari del vostro territorio affinché possano unirsi a noi. Sono il sindaco di un Comune virtuoso, come sicuramente lo siete anche voi, che paga i propri fornitori in 30, massimo 40 giorni, che non ha cause in corso, che ha un bilancio solido e sano, che non ha mai dichiarato debiti fuori bilancio, che ha uffici competenti che lavorano duramente per ottenere i finanziamenti, che non ha né cellulari né macchine di servizio, che non sostiene spese di rappresentanza, che ha amministratori che non ricevono rimborsi di nessuna natura, che ha sempre lavorato duramente prestando la massima attenzione al singolo centesimo di denaro pubblico speso.
Il denaro da me amministrato è il denaro di tutti. Oggi il governo vuole costringermi a non rispettare il patto di stabilità per le anticipazioni che ho già erogato e, soprattutto, vuole costringermi a bloccare i pagamenti a tutte le ditte che stanno lavorando per il Comune, non soltanto a quelle che hanno svolto lavori per la nostra scuola. Mentre il Governo adotta misure per la riduzione del debito delle pubbliche amministrazioni verso le imprese, per responsabilità dello stesso Governo, 662 Enti locali italiani si troverebbero a fronteggiare contenziosi per milioni di Euro”.

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