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Si è da poco celebrata la giornata mondiale contro l’Aids, evento che si ripete ogni anno in data 1° dicembre per sensibilizzare l’opinione pubblica e accrescere l’informazione della popolazione sulla diffusione del virus Hiv a livello globale. In tutta Italia come consuetudine, si è assistito ad una serie di iniziative per informare sui rischi di questo virus e sull’importanza delle prevenzione al fine di porre un argine a questa terribile piaga. Ogni anno in Italia si assiste a 4.000 nuovi casi di sieropositività mentre è di circa 150mila il numero complessivo di persone infettate dal virus dell’Hiv. Moltissime iniziative diffuse un po’ in tutta Italia e che non sono mancate nemmeno nel territorio delle Marche.

Nella giornata mondiale contro l’Aids del 1° dicembre si è assistito a diverse iniziative soprattutto dei Giovani della Croce Rossa Italiana delle Marche. Diversi i volontari che, nel corso della giornata, hanno offerto il loro contributo per informare e rispondere alle domande dei cittadini in materia di Hiv. Restando nella Marche, si tratta di una di quelle regioni dove, fortunatamente, i dati sull’incidenza di casi di Hiv sulla popolazione sono in lieve calo. Stessa cosa dicasi per i casi di Aids che sono passati dai 756 del 2001 ai 31 del 2010, 21 del 2011 e 15 del 2012. Tuttavia non bisogna prendere troppo a cuor leggero questi dati perché, come è emerso in occasione della giornata mondiale contro l’Aids dello scorso 1 dicembre, il rischio è ancora vivo e, soprattutto, il fatto che ultimamente si parli sempre meno di questa piaga sociale non giova a debellarla. D’altra parte stiamo parlando di un virus terribile cui ancora non si è trovato un rimedio efficace malgrado il fatto che gli scienziati di tutto il mondo siano da anni impegnati nella ricerca.

Uno studio recente portato avanti da ricercatori dell’Ospedale di St. Paul e della University of British Columbia di Vancouver, in Canada ha portato alla luce una notevole associazione tra l’utilizzo di cannabis e un PVL (carica virale di Hiv nel sangue) inferiore in pazienti cui era stata diagnosticata per la prima volta la sieropositività. Si sta ora indagando su una possibile correlazione tra uso di cannabis e carica virale plasmatica dell’Hiv oltre che sugli effetti che i cannabinoidi potrebbero avere su pazienti che vivono con l’Hiv o con l’Aids. L’utilizzo della cannabis per finalità diverse, anche mediche o terapeutiche, è d’altra parte una realtà che si sta studiando sempre più partendo dalle potenzialità che i semi di canapa, sia nelle sue varianti femminizzate che di altro tipo, si ritenga possano avere sull’uomo. Se l’impatto positivo della cannabis su pazienti cui è stata diagnosticata per la prima volta la sieropositività dovesse essere confermato, sarebbe un piccolo passo avanti nella lotta per tentare di limitare questo virus.

 

 

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